34 Proposizione Mainardi. « Una Commissione di Ire deputati sia incaricata di raccogliere tutti i fatti di virtù cittadina e militare, che giornalmente succedono, è riferirli ad ogni adunanza dell’Assemblea, la quale intende retribuire a ciascun individuo benemerente le lodi e i compensi dovuti, e vuole che nessun fatto sia perduto, il quale possa valere a dar gloria nella posterità al popolo che rappresenta. » 11 rappresentante Mainardi: La proposizione parla da sè. Credo che la rappresentanza convenga pienamente nella proposizione di assistere ili questi momenti il popolo e confortarlo nella parte morale, dacché il potere esecutivo è quello che ha la forza: io credo che la parte morale spetti tutta a noi. Il presidente: Domando all’Assemblea se ella intenda di prendere iA considerazione la proposizione Mainardi, coll’ aggiunta Tommaseo. Il rappresentante Tommaseo: Sull’aggiunta, domando la parola. Il presidente: Il rappresentante Tommaseo ha la parola. 11 rappresentante Tommaseo [legge): Appena inteso quale atto io vi chiegga di gratitudine, d’umanità, di giustizia, consentirete, o cittadini, con me. Voi sapete la misera morte d’Agostino Stefani, muratore, che, offertosi al prode colonnello Cosenz per ire a dar fuoco là dov’era il nemico sul Ponte, e sospettato di tradimento, fu ucciso da’nostri. L’innocenza e il nobile ardire dell’uomo sono attestati e dall’autorevole parola del Cosenz, e dagli esami dell’auditore, giovane non men sa\io e buono che animoso e devoto alla patria. Sebbene la Commissione militare, accertata del fatto, sia per assegnare alla famiglia del defunto un sovvenimento, alquanto più largo del destinato agli operai che periscono servendo alla patria, io tengo tuttavia ehe sia debito dell’Assemblea stessa del popolo ammendare in modo solenne il fatto di pochi: i quali, del resto, in mezzo alla moltitudine affollata quel dì, sarebbe difficile disccr-nerc, e, scoperti, disumano punire, perchè, nell’impeto dello sdegno ed esasperati dalle comuni sventure e dai tremendi pericoli, riguardarono l’infelice come un nemico sul campo. Se fu troppo rapida l’ingiusta vendetta, non sia lenta, prego, la giusta ammenda. Ricordatevi che da più di un mese il sangue d’Agostiuo Stefani grida giustizia: tergete almeno da sangue innocente, per mani italiane versalo, quel ponte, divoratore di vite, che ci costa tanto. Togliete dalla cillà buona e gloriosa l’augurio funesto, con ver ti telo in benedizione. Onorate la memoria del povero muratore, che si diede vittima per voi tutti, e affidando il suo nome al taccuino del Cosenz, parve legarlo alla gratitudine e pietà vostra. Imitate l’esempio dell’antica Repubblica, che, lutto che repubblica di patrizii tenaci della propria maestà, confessò con coraggio unico ài inondo e non meno ammirabile di qualsia grande vittoria, confessò duè volte d’avere commesso giudizio ingiusto, una sul capo di nobile, l’altra di popolano. E qui trattasi, non solo d’un innocente, ma d’un benemerito; e tanto più deguo di riconoscenza ch’egli è un uomo di quel povero popolo, del quale la moderna libertà parla assai, poco pensa. Ma