461 nazionale ; era egualmente certo che il ministro lo sapeva , che n’ era informato, e che ad onta della convinzione , in cui era , che tale resistenza fosse nazionale e disperata, ei diede l’ordine di attaccare. Siamo a Roma. Quale sarà per essere la nostra attitudine e il nostro linguaggio ? Prendendo possesso di Roma , ecco quali sono le parole die proferisce il geuerale Oudinot. « L’esercilo mandato dalla repubblica francese sul vostro territorio ha per missione di ristabilire l’ordine richiesto dal voto delle popolazioni. Una minoranza faziosa o traviata ci costrinse di dar l’assalto a’vostri bastioni. Ndì siamo padroni della piazza; compieremo il nostro mandato ». Ebbene, o signori, noi dimentichiamo per un istante quanto fu, non ha guari, svolto a questa bigoncia, lo spettacolo affliggente di tutte queste violazioni dei diritti. Il generale Oudinot annunzia che, vittorioso a Roma, egl’intende ristabilire il governo richiesto dal voto delle popolazioni ; in nome della libertà ci sla per disperdere quelle torme straniere che opprimono il voto nazionale. Le parole ulfiziali stanno forse anche questa volta per essere smentite dagli atti ? Roma è conquistata; non ci s’incontra resistenza; coloro che chiamavano stranieri, più non sono; nulladinieno v’ha qualche cosa fra le nazioni libere di grande e solenne: è l’Assemblea sorta dal suffragio universale e la Costituente che siede nel Campidoglio, protetta in pari tempo dall’aureola delle sue grandi memorie e dalla consacrazione della sua giovine libertà. Che*sliam per fare, o signori, noi che veniamo come apostoli della libertà, come campioni della popolazione romana per difenderla ? Due giorni dopo la presa di Roma , un battaglione francese circonda 1’ Assemblea costituente, e con la forza l’Assemblea costituente è disciolta ! Ecco il prim’atto, e lasciatemi dire eh’ei sarà giudicato più severamente che l’attentato del 18 brumaire , e che voi avete fatto sostenere a’nostri soldati una parte peggio che quella degli agitatori del 15 maggio: nelle tenebre della barbarie, voi avete latto immolare la libertà. ( Vive, e numerose esclamazioni a destra ed al centro. — Assenso a sinistra ). E questo è tulio ? No. L’ Assemblea costituente è disciolla ; forse in nome del diritto ? No: in nome della forza, della forza brutale soltanto ; In forza brillale trionfa ! E poi dite che siete accolli come liberatori ..... li ministro degli affari esterni diceva ieri alla bigoncia: ecco il governo che avete distrutto ; in conseguenza il pensiero romano , sì lungamente cattivo, sta per far conoscere, con solenne espansione, all’Europa tutti gli attestati della gratitudine eli’ egli ha verso l’esercito francese. Ebbene voi l’incatenate ; la libertà della stampa è sospesa ; fate godere a quella popolazione romana tutte le dolcezze dello stato d’ assedio ; le togliete il diritto d’unione, il diritto d’andare attorno; bisogna che tulli vadano a letto a 8 ore. (Si ride!) In questa città, che avete testé liberala, mostrate d’aver paura della voslr’ ombra. II sig. di Montalembert: Paura degli assassini!