452 itone, ed ove ancora troverete ¡1 grano a minor prezzo della farina in corto. I vostri parrorhi v’indicheranno dove trovatisi i locali nei rispettivi Circondar». 16 Luglio. I.A FATALE SEDUZIONI'. DEI TRADITORI AUSTRIACANTI. AVVERTIMENTO Al BUONI VENEZIANI. ClTTAblM t È insalso l’uso, par troppo fatale, di scolpire sulle muraglie nefande iscrizioni, e diramare scritti ad invettiva censura, o derisione di quelli che benemeriti la patria governano, o contro quelli, quali sicno, che a vantaggio della patria si prestano. Mentre devesi sopire qualunque dissidio, anzi calma e moderazione ai cuori agitali consigliare, è olile far conoscere al buon popolo Veneto che quest’aere sentimento è tutta qui opera dell’austriaco pernicioso parlilo. In questi tremendi momenti chi ama Venezia deve paventare di muover labbro ingiustamente contro il suo Governo, e meno contro il sempre amato suo Presidente, assai più grande oggi, che il 17 marzo 1848. Citi semina ora un solo lagno o malumore è piucchè mai un traditore della patria. Perchè un concorso di sinistri avvenimenti, di tradimenti esecrali, di turpi raggiri, resero finora dubbia la vittoria della nostra sacra causa, dovrà dunque l’umana ingiustizia attribuirne la colpa all'Essere illustre ed innocente, che col cuore sulle labbra e sul volto, anzi col cuore sulle mani, e col più puro disinteressato eroico sentimento, alacremente di giorno c di notte operò, e tulio va operando per procurare la nostra salvezza? E come mai può annidarsi nel petto umano lauta empietà, lauta ingratiludiue? Non tenta forse, per quanto sla in umano potere, di salvarci dalla schiavitù, dalle catene, dalla miseria, dall’obbrobrio di una straniera feroce dominazione, tormenti per noi tutti peggiori della morte più atroce? Mi appello al voto del grato, del generoso, del civile popolo Veneziano. Non smentisca esso mai quel nobile carattere, che lo ha qualificato il modello d'ogui virtù al cospetto dell'Italia, dell’Europa, e del mondo. Cosi ugualmente Mazzini e Armellini a Roma, Settimo a Palermo, Montanelli c Guerrazzi a Firenze, Avezzana a Genova, e simili, com'erano allora, non sono tuttora ammirabili eroi, sebbene sfortunati? Perchè la forza brutale delle bombe c delle baionette ha saputo ingiustamente opprimerli, mentre essi tutto tutto bene operarono per salvare quest'infelice tradita Italia, dunque noi insultando barbaramente la innocente sventura, anziché farne soggetto di compianto e di più alta ammirazione, dovremo invece a loro gridare: morte?