188 a\remu una patria, ed i villaggi dislrulli rifioriranno ili nuovo: ma, st dobbiamo e**er vinti, tutto andra distrutto ugualmente, perette è una guerra d'estermiuio quella die essi conducono contro di noi. » Finalmente si chiude nel modo seguente : « Chi attacca colle armi In patria, è un nemico; ma chi non adempie al suo dovere di difenderla, è uu traditore della patria e sarà con-siderato tale dalla patria c dal governo. La unzione ha ancora d'uopo d'uu solo sforzo potente, e poi la patria è salva per sempre: ma, se il popolo uon adempie fedelmente al suo dovere nel senso di questo proclama, la patria è perduta irremissibilmente. Il paese è in pericolo! Noi abbiamo un esercito valoroso, pieno ili coraggio e deciso di morire pet la liberta, che ascende a circa 200,000 uomini, eroi ispirati dalla libertà, ai quali non si possono paragonare quegli schiavi assoldati, perche quelli slatino nel raggio di Dio e questi sono i custodi delle tenebre; tuttavia questa pugna uon e quella di due campi nemici, ma una pugna della tirannia contro la libertà, dei barbari contro (ulta la nazione libera. (Quindi il popolo stesui dee sollevarsi coll’ esercito ; e se questi milioni d’uomini secondino il nostro esercito, abbiamo acquistala la vittoria e la libertà a noi cd a tutta I' Europa, Popolo potente, gigantesco da adunque di piglio alle armi, unito coll’esercitoI Ugni cittadino corra aU’armi! all’armi! Cosi la vittoria è certa, ma soltanto cosi. Perciò noi disponiamo cd ordiniamo una leva in massa generale per la liberta, in nome di Dio e della patria. Dato in Buda-Pcsl -7 giugno liJVO. LUCI KOSSL'TII, governatore. /¡urini. Ss e me re — l, uditi. C'sunij — Arturo Gónjeij — Sub. / uàropic/i —Cu hi miro Itutlhijranij — Michele //urea/ — FruiiC. Duseltek. » 19 Luglio, PROTESTA DEI NAPOLETANI RESIDENTI IN VENEZIA. Alcuui, soliti iuare tutti i mezzi alti a spargere dissensioni e malumori, in momenti in cui si ha bisogno del più grande accordo Ira i differenti ordini di cittadini, austriacauli od invidi, fanno ad arie correre la calunniosa voce che i Napoletani qui residenti, i quali divisero fiiioM i disagi ed i pericoli di questa classica terra coi ualivi suoi abitanti e ron gli accorsi da tutte le parli d'Italia, intendessero approfittare del- I amnistia ch’essi dicono concessa dal Re di Napoli ni compromessi o*' movimenti politici di quel paese. Quindi i Napoletani tulli, qui residenti, dirhiarano infami e calunniose tali voci, mentre essi non abbandoneranno questa lerra, se non quando ne vedranno assicurale le sorti.