333 giadosi. Questa donna si mandò quindi in missione a regalare frutta del descrittovi giardino all’alma città di Roma, e là la troveremo nella terza veduta circondala il capo degli acquistati allori. SECONDA VEDUTA. IL PORTO. Quella lunga via, fiancheggiata da torri, d’armi ed armali, non è la via che conduceva a Gerusalemme il divin Maestro, ma bensi quella che percorrerà il suo discepolo, il Pio del dccimonono secolo, che va a Roma. Come vedete ella mette al mare. — Altenlion ! — Ma non al mare che giace tra Asia e l’Africa : egli è pure un mare rosso, ma rosso di sangue italiano, sparso sotto le benedizioni del Pontefice. Quel grosso naviglio che sta in porlo sarà montalo dal re di Roma, che farà rotta verso le bocche del Tevere : quelle vele di cui è fornito di tanti colori, quelle sun bandiere di nazionalità conculcate col mezzo delle armi sorelle e della Chiesa, e dei tiranni : quelle corde, quegli alberi serviranno a forche, o lacci: quelle bocche disposte all’intorno del legno sono dispensatrici d’indulgenze plenarie: quel seggio elevato sul cassero, con base creduta incrollabile, e il seggio che occuperà nel tragitto Pio, puntello del despolismo: ha la pianta di cannoni, il sedere d’un grosso mortaio, gli ornamenti, catene, palle, fucili e spade: quei sedili di fianco saranno tenuti dagli sgherri delle calpestate libertà, condegna corona di tanto uomo. Portatevi coll’occhio lungo la spiaggia, ma verso il Nord: vedete quell’arco trionfale grondante sangue innalzarsi sulla riva? Quello è l'arco, che i potenti d’Europa eressero all’uomo, clic di servo rappresentante il Dio de’ padri nostri, si fa schiavo dei tiranni. Quelle lunghe fila di soldati, che stanno per accoglierlo in quei lidi deserti, sono i croati della repubblica francese. Il gesuita militarmente vestilo, che là vedete in mezzo al suo stato maggiore, egli è l’eroe domator della Repubblica Romana. Gloria a Oudinot di Reggio che combattè in Italia, come Cavaignac in Africa. TERZA VEDUTA. ROMA. Vedete là quella città dolente, straziata, compressa, clic piagne sulle sue ruine, come l’antica Gerusalemme? Quella è Roma! I sette colli vel dicono, vel dicono quelle alte torri vedove dei tricolorali vessilli, le mura rovinate, le ville all’intorno distrutte : parlano alla vostra vista quelle campagne peste da’nemici, quei frantumi di cadaveri sulle vie, quelle °ssa, quella terra imbevuta di tanto sangue cittadino, quelle stragi, quella desolazione, che ad ogni punto incontrate. Quel Campidoglio colpito bombe, quel S. Pietro salutato da palle pel volere d’un successore di lui, quel Valicano malconcio e scorniciato, i palagi cadenti, lutto lutlo richiama alla mente vostra quella città eterna balestrata dal furor pre-