li i,app)‘c*entanle fliyrigliu: Non posso (lividore l’opinione del rap« presenlanle l’riuli sulla somminislrazìone della polenta cotta. L’esperienza mi lece conoscere clic per altri motivi convenga più di ludo al popolo la Ialina unitamente alla legna, Non tutti i poveri vanno volentieri a comperarsi Un pezzo di po* lenta, e nessuno, quantunque povero, può adattarsi a fare certi passi umilianti ; nè credo poi in latto vi sia con quel metodo gran risparmio di combustibile. D'altronde, io trovo che il povero ha bisogno anche dolili legna, perchè in un’ora o nell’altra deve accendere il fuoco. Ila altre necessita » sopperire} ed altri alimenti da cuocere pei quali il fuoco gli diventa indispensabile. Col fuoco clic serve a fare la polenta a mezzodi, egli provvede a tutte queste necessità. Credo in fine clic sia molto più utile alla salute che il povero si faccia la polenta da sè, c la mangi con tutto comodo e tranquillità in famiglia. Per ciò mi pare che la somministra* zione di lariua gialla in natura, unitamente alla legna, come si pratica n'SS. Gio. c Paolo, sia il provvedimento più opportuno. Il preside li le (Minolto): Avrei da fare nel mio particolare alcune osservazioni a quanto ora fu detto; ma, siccome osservò il presidente Pasini che si Uscì dall'argomento ch'era in trattazione, cosi, se nessuno domanda la parola, si passerà a quello che segue nell’ordine del giorno. Il presidente ¡’asini riprende il seyijio della presidenza. Uno dei segretarii legge il rapporto della Commissione, dall’Assem-Ica destinata alla visita dei feriti: Kccolo : La Commissione alla quale avete affidalo il pietoso ed onorevole incarico di visitare i fratelli nostri feriti negli ultimi fatti d’armi, ve ne riferisce il meglio che le è conceduto. Tre sono gli ospitali della nostra città, clic raccolgono i malati militari. Fra questi, quello chiamato delle Convertite, situato alla Oiu-•lecca, è il solo che riceva i militari e i civili feriti per le fazioni di guerra. In quest’ospitale, clic venne sostituito a quello di S. Chiara nel (J8 maggio decorso, Irovavansi ieri 550 malati, fra i quali 117 feriti. Il ninnerò totale dei feriti, entrativi dopo quel giorno Ufi maggio, fu di A'ii; 57 ne morirono, ÌJ50 guarirono, ci 117 citali sono In cura. L’alOigente spettacolo di tante ferite non ci ha trattenuto dal visi-lare ad uno ad uno quei letti del dolore. A far questo, oltre il dovere, ci confortava la rassegnazione di quei sofferenti. ISon abbiamo veduto Un atto d’impazienza, non abbiamo udito Un grido di dolore. Ognuno pago di sè stesso, e nell’amor della patria, aspettava tranquillo la sorte, che in cielo gli verrà decretata. C »si venimmo assicurati, clic, colà raccolti, essi pei primi chiedevano quei conforti che la religione sola può somministrare. Alle nostre ricerche se si chiamavano coutenti del trattamento, e delle cure che a loro si prestano, neppur uno ebbe a far sentire il minimo lagno; e ciò tornando a molta lode del direttore, il sig. doli. Slcifamui, è doveroso il rendergliene pubblica testimonianza. Devesi proclamare altresì che la scienza chirurgica c medica fece qui le sue prove, e riuscì a salv..r molle fittim«*, mercè la somma abilità e solerzia