334 tesco. Quei monumenti rovinali, per cui verseranno lagrime i presenti e i piccoli nati scioglieranno la lingua in maledizioni, ricorderanno ai posteri le vandaliche geste della Francia, c la storia aggiungerà una pagina d’obbrobrio alle infami vite dei Papi. Quel Tevere, testimonio di tante auliche virtù cittadine, e di eterne glorie, che colle sue acque limpide c vorticose traversava Roma portando aere salubre e pieno di vita, vedetelo ora : travolge nelle sue onde sangue, membra squarciate e cadaveri, e mandando esalazioni pestilenziali versasi mesto nel mare. Osservale all’intorno, tutto è squallore: non un uomo, non una donna, non un lanciulletto : deserta è la pianura, pianto, disperazione. 11 sole stesso nel passar su Roma, inorridito copresi la faccia. Quella donna superba e volubile, che senza arrossire tiene cinto il capo d’alloro d’onde spunta di nascosto un giglio, è quella slessa che Cesare descrisse nei suoi Commenti, e che colla solita leggerezza passeggia in mezzo alle leste, ai baccanali, alle ruine, alle stragi, alla morte. Sta, come vedete, sola, sulle mura di Roma, aspettando il re, onde sederlo sul trono: tiene sotto i piedi l’articolo quinto della Costituzione. M’avrete inteso; ella è la Francia, non più donna, ma putta del despotismo. In mezzo a queste scene d’orrore, a queste rovine, a questo sangue passar deve l’uomo re e vicario di Cristo!!! Il rej credo, entrerà trionfante; ma il vicario di Cristo potrà egli bagnarsi il sacro piede nel sangue dei figli suoi? E se lo bagna, a chi lo presenterà pel bacio ?... Quel piede non meriterà che il bacio del Giuda ! D. GIOVANNI BOCCADORO. 10 Agosto. AL TIRANNO D’ ASPRE ESECRATO BOMBARDATORE DI VENEZIA. Intendi, o vandalo mostro, intendi quale sia la nostra unanime, ferina, tenace, intrepida risoluzione. Conoscila, o barbaro nemico, e desisti dal tuo brutale, infruttuoso, ostinalo tentativo. Se anche nuovi infernali esperimenti tu saprai inventare, Venezia sprezza i tuoi fulmini, Venezia fino all’estremo momento, fino all’ultimo tozzo di pane, e lino all’ultima goccia di sangue, con cieca rabbia, eoo disperato furore, vuole eroicamente resistere. E se questo estremo, lagrimoso, terribile momento dovesse mai giungere, io li dirò cosa saprà Venezia coraggiosa, risoluta, disperata eseguire, e quale sarà l’acerbo frutto della tua vergognosa vittoria. Per primo sappi: che deve paventare, tremare, sbigottire quel qualunque sleale fra noi pronunciare osasse la nefanda parola capitolazione. Il popolo la esecra, perchè conosce a quale miserabile e tormentosa condizione sarebbe ridotto cadendo di nuovo fra le tue zanne carnivore sanguinolente.