4G esatta cognizione dei fatti, essendo del tutto fallaci. Cosi, per darne qualche esempio, incolpossi di avere lasciala uscire come avareata gran copia di eccellente frumento, ed è fallo invece comprovato dagli atti di ufficio, essersi la Commissione annonaria sempre opposta alla uscita di ogni sorta di grani, perfino con la inobbedienza ad ordini superiori che la comandavano, ed essere seguite suo malgrado le poche esportazioni avvenute di grano già deperito. Si accusa di avere permesso esportazioni di baccalari, di olio e di altri siffatti generi; ma consta che non tratta-vasi di partite esistenti in Venezia, sì all’estero, le quali i negozianti introducevano, a patto solo che una metà od un terzo se ne lasciasse portare alla terraferma, dichiarando altrimenti di recare i carichi loro a Trieste. Per non perdere il tutto, doveva acconsentire la Commissione, diminuendo però quant’era possibile la proporzione della uscita, e col crescere delle stringenze, dopo l’arrivo del genere, negando perfino, attese le mutale circostanze, quanto aveva promesso. Le si fa colpa di avere trattenute in Venezia le conterie, mentre con ogni mezzo, e quasi con preghiere, ne procurò la esportazione fino a che fu possibile. Le si oppone di avere impedito l’esporto delle telerie, e lo fece solo per quelle bianche grossolane necessarie pel militare; ed è a queste tele qui conservale, che dobbiamo in gran parte la mirabile nostra difesa, poiché, mercè le migliaia di sacelli con 'esse lavorati, riparatisi i danni che il cannone nemico fa contro i bastioni che i nostri prodi con tanto valore difendono, in line, alla Commissione centrale facevasi carico di miuuti disordini,, che avrebbe spettalo ad altri di togliere, quali gli abusi dei bottegai, che non si attengono ai prezzi del calmiere, ed altri concernenti il pane cattivo o mal cotto per colpa dei fornai, e simili. Queste accuse, ed altre tali, non ributtale da quelli che con piena conoscenza dei fatti il potevano, attrassero la pubblica disapprovazione sopra cittadini, che con moltissimo zelo ed alacrità prestavano a pubblico vantaggio l’opera loro. ÌN'è però si creda che vogliamo con ciò dar lode a quanto dalla Commissione annonaria si fece e si fa, chè, per imparziale giustizia, converremo potersi dessa in alcuna parte disapprovare: come, per esempio, dell’avere troppo tardi dalo pensiero alla erezioue di mulini sufficienti ai consumi; di non avere favorito abbastanza la importazione dei generi dalla terraferma; di non avere forse provveduto in maggior copia alle vettovaglie; di essersi mostrata tenace un po’troppo delle misure adottate e sorda ad alcune rimostranze di cittadini zelatili: ma a questi falli dee coutrapporsi la incertezza della condizione in cui ci troviamo da lauti mesi, sicché molli fra quelli, che oggi le danno biasimo, sei mesi la moslraronsi previdenti assai meno; la scarsezza sempre crescente del numerario effettivo e la difficoltà dei momenti; inoltre il non potersi pretendere da uomini infallibilità e perfezione. Perciò, mentre crediamo avervi alcune cose che si potevano far meglio, sicché noi pure proporremo in appresso modificazioni e ripari, stimiamo avere la Commissione annonaria operato quanto meglio credeva e poteva, secondo le proprie viste, senza risparmiare cure e fatiche, in un incarico, che pur troppo è sovente odioso di sua natura.