249 sguardo. Questi è I1 occasione solenne di mostrarsi degnidi quella patria d» cui ricevemmo l'ouorevol nostro mandato. Abbiamo in questo augusto recinto a severi testimoni dell' oprar nostro le rappresentanze di quattordici secoli di saggezza, e quelle fisonomie venerande, che sembrano tspriiucre tuttavia il fremilo del giorno latale, in cui tigli degeneri perdi Itero vilmente la loro patria, pare attendano trepidanti le vostre deliberazioni. Cittadini rappresentanti 1 >ou v’ ha alcuno di voi che non abbia valutala colle bilancic della niente c del cuore la gravezza della nostra condizione attuale, gravezza tanto maggiore quanto più alieni tutti eravamo dal trovarsi ridotti quasi d improvviso a momenti cotanto estremi. Ci ahhriv idisce la storia del passalo; ma l’intrattenerci su di essa sarebbe un vano rammaricarsi. Gravi qucsili però noi dobbiamo fare severamente a noi stessi, con freddezza d’intelletto e purezza di cuore proporzionate alla santità del mandato da noi assunto. Quale è il miglior modo di compiere degnamente nelle attuali stringane la difficil nostra missione ? Come potremo sortire in tale emergenza con quella giustezza d’animo rhe assicuri la coscienza nostra da rimorsi futuri, qualunque sieno le sorti a noi preparate? Quel popolo virtuoso e paziente che si appoggiò ed appoggiaci lutto alla lede nostra, potremo noi persuaderlo dopo tanti c cosi gravi tagrifizii, di aver agito in conformità de’suoi desideri!, e de'suoi maggiori vantaggi? Il mal umore spargesi fra esso ogni di più crescente; sembra quasi elic si tenti ogni via per cimentare la di lui sublime virtù. Circolano 'oci che converrebbe aver cuore di roccia o nullità di mente per ascollare con indifferenza. Una serie sempre degenerante di fatti interni ci »cuora e ci riduce lentamente alla freddezza del sepolcro. Mentre l’inimico conosce il nostro pane di crusca, sa tutto di noi e gioisce, noi rappresentanti de! popolo di Venezia nulla sappiamo degli esterni avvenimenti, clic tanto interessano la causa nostra, poco di quanto agl’ interni nostri casi si riferisce. Che ne sa ora il Governo, cosa fa ? cosa pensa ? perchè non apparisce fra esso e l’Assemblea quel giusto accordo •■he mai deve mancare, e che più che mai devesi esigere in tanto estremi momenti ? Che pensa la nostra marina, che vantavamo ancora di uoilra wlvezza? Che facciam noi? ... E quello che più di lutto interessa sai-ere, che fa l’inimico col suo silenzio, che sembra quello dell* aitante al letto del moribondo, ma è forse il silenzio di quegli animali rhe non affrontano, ma lasciano spirare la vittima sicuri di pascersi delle sue carni? Cittadini rappresentanti! Voi ni’ intendete abbastanza perchè mi astenga dal dirvi di più. Calcolate i perigli che ci sovrastano, ina fate ogni sforzo per serbare intatto I’ onore dell’ antica vergine regina de’mari, che se può esser insidiala e costretta, non deve, come non fu, esser 'iuta giammai. Domando in conseguenza l’appoggio vostro, perchè l’Assemblea sia T. vili. 24