i Àyoxlo. A NICOLO’ TOMMASEO. 289 Il sig. Buccina, fu l'interprete dello sdegno che in ogni onesto Cittadino suscita il vostro indirizzo alla Marineria Veneta. Codesto sdegno nei Cittadini appartenenti alla Marina non deriva dalla questione di guerra. La vasta erudizione di cui andate adorno non abbraccia codesta specialità al seguo che si possa dar peso alle vostre parole. Lo sdegno nasce dal vedere come si arrischi in questi supremi momenti compromettere la salvezza della Patria col recar offesa alla concordia de’ suoi cittadini, senza cui non potrebbe reggersi nel grave cimento. Non è sempre vero che il non fuggire dal pericolo sia prova di coraggio, che chi ama il vero non possa cadere in errore, che chi sente pietà della Pairia non possa fallire ai suoi interessi. Non è detto che le opere virtuose abbiano sempre virtuosa origine. E detto bensì die la pietà cittadina sta nel disimpegno dei propri obblighi, tra' quali primo e quello •li obbedire alle leggi, rispettare o legalmente riformare le istituzioni dello Stato, e lasciare al Potere esecutivo libera l’ìizione (piando specialmente la Patria è in pericolo. È detto che non v’ha pietà che non abbia sorgeule da retta coscienza, e che primo obbligo di coscienza è il non arrischiare la sorte altrui immischiandosi in cose che fondatamente non « conoscono. E detto che i contemporanei adoperano gli uomini, e spesso s’ingannano, e che il giudizio dei posteri è il solo ammissibile. Fu, a modo di esempio, generosità di coloro, che imprendendo a reggere la cosa pubblica nei gloriosi giorni di Marzo, non ammettevano il (lillidcnza del cittadino Burchia, il quale allora protestava non doversi affidare a legni austriaci e ad impiegati del Lloyd la nuova del-l’avvenuta rivoluzione, e F ordine di richiamo pei nostri bastimenti da guerra eh’erano in missione. Quella generosità meriterebbe applauso, se alla Patria non avesse recato gravissimo danno. Voi stesso siete pietoso, e la pietà che altra volta vi faceva chiamare eguale disastro al-l’Italia una lagrima di Pio IX ed una vittoria di Hudelzkij, ora, assoggettando la vostra ragione alla sensibilità, vi consiglia a »vergognare i vostri conrii ladini col pericolo di lar fallire la Patria nella sua nobile impresa versandole nel seno i germi dell'odio e della discordia. Rammentate le vostre stesse parole che proferiste dalla Tribuna, ed imparando a misurare le sofferenze del popolo dal popolo stesso, persuadetevi della necessità di provvedere ai suoi bisogni con lo stesso s^nno e con la stessa calma, eh’ egli ammirabilmente sostiene in faccia al pericolo. Tranquillatevi, e non vogliate intralciare l’azione di chi mosso da caldo patrio amore, ebbe l'animo, in tanta stringenza, di raccogliere gli abbandonati avanzi di forze male amministrate, sperando occasione di propizio cimento. Sappiate per ultimo esser nostro fermo desiderio che sia messo termine a codesto dannoso dibattimento, e che rispettando il popolo col non abusare del suo nome, si. lasci alla sua t. Vili.