442 giungendo di là, s’ei certo risica la vita dei soldati clic Io compongono, ei mette ili salvo la popolazione Innocente della città; risparmia l’obbligo crudele d’uccider donne, vecchi, fanciulli, il che accade negli assedii ordinar». Egli fa di più; con uno spirilo di civiltà raffinata, che fa la gloria del nostro tempo, ei si melle a quei grandi pericoli, e perchè ? Per salvare i monumenti. (Benissimo! benissimo!) Per salvare le venerande reliquie delle auliche età. Un membro all’estrema sinistra: 11 sangue de’nostri soldati vai meglio che i monumenti! Il sig. Jules Favre: Per questo non si rimase di bombardarla città. Una voce: E la cornice di S. Pietro! Non ci tenevate dunque! (Si ride.) Il sig. di Tocqueville: Dico, che questi esempi sono ammirabili, e clic un paese, il cui esercito diede tali esempii, s’ è fatto più grande nel mondo. Ecco ciò che aveva a dire. Ora qual è stato l’effetto della spedizione ? Che abbiamo fatto, dopo aver vinto gli stranieri eh’erano in Roma? Qui si presenta, o signori, la questione che volle più specialmente trattare 1’ onorevole preopinante. Domanderò all’ Assemblea la licenza di non seguirlo in tutte le spiegazioni, mi permetterò di dire, più teologiche che politiche, alle quali s’ è dato ; le domanderò la licenza di ricondurre la questione a quei termini, che mi paiono più semplici e pratici. L’ onorevole preopinante disse che la questione della indipendenza del papato, era una questione religiosa. Non lo nego. Ma non siamo qui in un concilio, siamo in un’Assemblea politica. Ora ciò, che debbe maggiormente occuparne, è la questione politica, che si nasconde sotto la question religiosa. Questa questione politica è grave; non ve n’ ha forse di più gravi al mondo ; imporla non solo alle coscienze, ma a’ governi, ma agl’ individui, che il Papa abbia un potere indipendente, una condizione indipendente nel mondo. Che che si faccia, o signori, i poteri religiosi e temporali saranno talmente frammisti; la religione, bench’ella non sia di questo mondo, influirà in modo si diretto e sì costante sugli avvenimenti di questo mondo, che vi sarà sempre pericolo, e pericolo grave pei popoli e pei governi se l’uomo, qualunque egli sia, il quale esercita un potere preponderante sulla religione, deve in pari tempo sottostare ad un potere, da cui i governi ed i popoli possono patire. Ecco, se non erro, ciò eh’ è un assioma politico, chiaro e irresistibile. (Risa ironiche a sinistra. Assenso a destra.) Sono convinto, per parte mia, che nello stato attuale delle cose, quale le discordie e le opinioni cattoliche 1’ hanno fatto, quale la necessità medesima dei casi l’ha prodotto, non v’ha oggi (non so quali saranno le conseguenze dell’avvenire, ma gli uomini politici non debbono parlare che delle contingenze attuali o dell’avvenir prossimo) non v’ha oggi o in un prossimo avvenire, altro mezzo di rendere il sovrano pontefice indipendente, che lasciandogli una potenza temporale. Col sistema contrario, arriverete sempre a ciò che direttamente o