450 Il presidente del Consiglio : Ciò è sialo sventuratamente ripelato tre o quattro volte, e da più eloquenti che yoì, il giorno innanzi al 15 giugno. Il sig. Jules Favre : Il sig. ministro della giustizia mi fa l'onore di dirmi, che ciò è stato sventuratamente ripetuto Ire o quattro volle; e rispondo che sventuratamente egli ha ripetuto più di tre o quattro volle, ch’ei non fonderebbe a Roma un governo con la forza, e che non attaccherebbe la repubblica romana ; e sventuratamente egli fondò un governo con la forza, e attaccò la repubblica romana. Non falso dunque io la mia parola, egli la falsa. ( Hravo, a sinistra.) Il presidente : L’oratore non ha bisogno di tali sostegni (No ! no !) e nulladimeno voi credete aiutarlo. ( Ilarità universale. ) 11 sig. Jules Favre: Quali erano le istruzioni, le quali, partendo, aveva ricevuto il generale Oudinot? Queste istruzioni erano state lette in una sessione di cui converrà eh’ io parli or ora. ( Segni d"impazienza a destra ). A sinistra : Si ! si ! II sig. Jules Favre : Debbo dichiarare alFAssemblca che amo meglio di tacermi subito, che di non dire quanto mi pare che debba esser detto. Aggiungo, che quanto ho a dire ancora è necessariamente lungo. Questa non è colpa mia. Foce a sinistra : A domani ! domani ! Foce a destra : No ! no ! parlale. Il sig. Jules Favre : Supplico ¡’Assemblea d’avere un po’di pazienza. ( Interruzione, segni reiterati d’ impazienza. ) Alcune voci : A domani ! domani ! Il sig. Jules Favre: Se l’Assemblea non vuole ascoltarmi ulteriormente , domanderò io slesso l’aggiornamento a domani. ( Sì ! «il parlate! ) Il sig. presidente : Tulli vi confortano a parlare ; ed io conforto tutli a tacere. Un membro a destra : E il terzo partito che domanda il differimento a domani. Il sig. Fictor Lefranc: Che parlate voi di terzo partito? Forse che non si può domandare uu aggiornamento al dimani, senz’essere interpellato ? Un membro a destra : Siete voi, sig. Lefranc, il rappresentante del terzo partito ? Il sig. Jules Favre : Assolutamente PAsscmblea non mi ascolterà. Il presidente : Aspettate il silenzio. Il sig. Jtilcs Fcvre: Ebbene! Che avvenne ? Il bando di cui ho testé parlato è del 26 aprile. Il 27 il generale Oudinot scrive al ministro degli affari esterni : « Gli uomini clic sono al timon dello stato non vogliono lasciarlo; lungi dall’obbedire alle nostre intimazioni, pretendono di conservare le redini del governo. Accetto la disfida; e benché tutte le macchine d'assedio non sieno ancora sbarcate, marcio contro Roma. » Qui, fermo il gabinetto e gli pongo quest’alternativa: o il generai