2ü2 30 Luglio. AL POPOLO VENEZIANO. Popolo vesmiaro! se i luoi n\i sorgessero dnllc loro tornite; sei Zeno, i Dandolo, i Morosini rivedessero questi giorni, ti saluterebbero come degno loro discendente. Popolo vereziaso ! tu non Imi degenerato dai luoi avi. Il tuo sangue freddo, la tua non curauza del fuoco nemico, il tuo coraggio chile sarà registrato nella sloria. Ora per Dio ! l'onore Italiano è rcaldito. Venezia diede un tale esempio alle nazioni del mondo tutto, quale non fu mai. Persevera, o Popolo, e il mondo maravigliato dira un giorno: Che gloria l essere Veneziano/ LO STATO MAGGIORE dell'ispettorato del I. Circondario di difesa. 30 Dello. Se il nostro nemico potesse, prima di metterli in alto, prevedere gli elicili clic producono presso la popolazione di Venezia tulli i tentativi da esso adoperali a smuoverne la costanza, ei dovrebbe certamente, non appena concepito , smetterne il pensiero , che non crediamo sia di lui intenzione di fortificare gli animi nostri alla resistenza, di volerci spettatori indifferenti ai maggiori perieoli, abborrenti ognor più la servitù straniera, di rendere infine tanto glorioso il veneto nome quanto odialo l'austriaco. Dalla testa dei Ponte sulla laguna, e dall'isola di Giuliano, gli imperiali guardano da due mesi, frementi di rabbia, alle nostre batterie, che sul piazzale di mezzo al Pente, c sul forte di s. Secondo, mentre vomitano la morte incontro ad essi, stantio incolumi « salde , come le avesse ki custodia la mano di Dio. Disperali di vincere, ricchi come sono di artiglierie, di uomini e di ogni materiale di guerra, non rivolgono or più il coiiiionc al petto de' valorosi nostri difensori , unico modo di onoratamente combattere, ma poiché affidarono ai venti propizi! gli arco-stati perché ci arrecassero le bombe ond’erauo onusti, e il ridcvolc conato falli , studiano adesso nuova e non meno vana perfidia. Elcvauo quanto più potino i cannoni, acciò la elevata proiezione loro riesra a portarci le palle in città, c stimano che qualche tetto di casa colpito da queste palle, o qualche innocente collo per via (caso possibile benché raro ), sia bastante argomento ad ¡sgomentare il popolo di Venezia , a piegarlo alla resa, a indurlo a soscrivcre la propria e la ruina d'Italia. Oh! se la notte d’jcri i nostri nemici ci avessero vcduli; se avessero percorso i quartieri della città minacciati dai loro proietti, non appena la caduta di alcuni sorprendeva gli abitanti nel sonno; se infine si fossero ridotti sulla maggior piazza di s. Marco, c là avessero veduto