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li	nostra coscienza sin pura c tranquilla; se in noi regnino la fede, la s|KT<inza e la carità di Dio c del prossimo; se la cristiana umiltà ci (•memi il cuore e la mente, e lutti gli atti esteriori; se dimandiamo prima le spirituali grazie, e poi le temporali, e queste in quanto non iarcitiiio ostacolo a quelle; se la nostra fiducia di conseguirle non in altro si fondi che nei meriti infiniti del nostro di'in Mediatore Cristo Gesù, r nel patrocinio della Vergine, e di tutta la Corte celeste; se tardando ad arrivarci l’imploralo benefizio, seguiamo tuttavia a dimandarlo con assidua perseveranza; se finalmente in ogni caso siam pronti a sollomct-Itrci alla volontà del Signore, quantunque non conforme alla nostra, die-Iro l’esempio clic ci die G. C. il (piale orando al Padre nell’orto, con-cltiuse la sua preghiera col dire: sia latta la tua non la mia volontà.
    Quando le nostre preghiere abbiano tutte queste qualità, dohbiam confidare, che otterranno il loro effetto, perchè Dio stesso ce ne ha latta una solenne promessa e passeranno il ciclo e la terra, ma non passerò mai la parola di Dio. Basta poi che una sola di queste condi-linni vi manchi, perchè tutte le nostre suppliche, per quanto sienu inolliplicate e frequenti si disperdano al vento. Che se qualche nostro diletto avesse lolla l’efficacia alle passate preghiere, che dohbiam fare,
o	Dilelissimi, sotto la potente mano di Dio, che visibilmente ci sferza, ammassando sopra di noi i mali della guerra, della carestia, e di un morbo micidiale, che lasciò anche qui, non molti anni addietro, le orme tnneste del suo passaggio, non ancor cancellate? Forse tralasciar di predire, e pascerci dell’illusorie speranze, e sfidare impudentemente i divini flagelli, ed attribuire le nostre sciagure ad altra causa, che all’unica e vera dei nostri peccali? Dio non permetta che alcuno di noi si appigli a si slolto partito, che ci scaverebbe sotto i piedi un abisso di calamità senza fondo. Appigliainoci piuttosto al saggio e santo parlilo, che ci »nggerisce S. Pietro, e da cui solo può venire la nostra salvezza, a quello cioè di umiliarci sotto la mano che ci percuote, per sottrarci a maggiori sventure: hnniUiamini sub pulenti inanu Dei. I. Pel. V. 6. Si credetelo, o Dilelissimi, questa è l’unica via, che ci resti a salute; giacché Dio non si vince con altre armi, che con quelle del pentimento, e della umiliazioii dello spirilo.
    V'inviliamo dunque un'altra volta a pregare; e poiché la preghiera lilla in comune ha taulo più di forza quanto maggiore è il numero dei supplicanti, che si uniscano a farla col sentimento medesimo, ed al medesimo oggetto, ordiniamo che si preghi pubblicamente coll’esposizione, del Ss. Sacramento, e colle Litanie de’Santi alle 6 pom. i tre giorni •>,
4,	5 corr. nella Basilica di S. Marco, ed i tre puri 5, 6, 7 detto nelle sole altre Chiese, ove si possa con sicurezza uffiziare. Con questo inlen-diimo anche di compensare in qualche modo la necessaria sospensione delle sacre funzioni in que’ templi, che si trovano esposti al pericolo dei militari proietti; sospensione, che quantunque temporanea; dee certo addolorare tutti i buoni, ma non turbare la calma di chi sa ragionare, e conformarsi tranquillamente, come voi fate, alla condizione del tempo, che corre. Ma ponetevi, o Dilettissimi, dinanzi agli occhi le qualità indicate di sopra, che sono essenzialmente necessarie, per far si che i no-