439 e degno della sapienza del secolo. Questo appunto voi dovete ripetere vivamente al santo padre con piena liducia, ma con rispettosa fermezza. Fategli ben comprendere tutti i gravi accidenti che possono uscire dalla presente condizione di cose; indirizzatevi, senza mediatori, alla sua co-icienza ed al suo cuore; mostrategli l’immensa malleveria, che peserebbe sopra di lui, se la pace del mondo intero potesse esser posta in pericolo per conseguenza de’suoi riliuti.» (Vivu approvazione a distra. ) Voi vedete, o signori, tre tini erano indicati: stabilire iti Italia la giusta influenza che ci è dovuta; rendere al Papa F indipendenza eh’è uecessaria al governo delle nazioni cattoliche, e finalmente ottenere per gli Stati romani riforme e istituzioni liberali e sincere. (Rumori a sinistrò. ) 10 riprenderò, se FAssemblea me Io permette, le questioni ad una ad una e farò vedere quali sono le soluzioni che abbiamo ottenuto e quelle che speriamo ottenere. E prima di tutto, per cominciare dalla pri- 111 a^ la giusta influenza che dobbiamo esercitare per regolare le questioni italiane; noi non abbiamo fatto mistero a nessuno che tal fosse una delle principali mire della nostra spedizione. Abbiamo detto a tulle le grandi nazioni d'Europa, ed alcuno non ci ha contrastato questo diritto, che noi non intendevamo minimamente che il nostro arrivo in Italia avesse in mira nessuno spirilo di conquista: che noi non pretendevamo nè meno che avessimo la volontà od il diritto di darci ad una lunga occupazione del paese; ma clic pretendevamo, e ciò, lo ripeto, non è stato mai con-Irastato, che la Francia, posta coni’ è in quel grado di potenza, a cui è giunta, avesse diritto di prendere parte a tutte le negoziazioni, a tutti i fatti che avevano per oggetto di regolare la questione italiana. Ciò che noi abbiamo dello, l’abbiam fatto, e la spedizione del nostro esercito in Italia ebbe, se non per unico scopo, almeno per principale, di far riconoscere ed assicurare questa legittima influenza. Ora, o signori, questo scopo F abbiamo raggiunto ? E cosa ben facile, oggi che i falli sono in parte compiuti, e che per conseguenza la critica è agevole^ oggi è cosa ben facile di criticale ciò eh’è stato falto. (Interruzione a sinistra.) Un membro: Noi non abbiamo atteso oggi per farlo! 11 ministro degli affari esterni: Dico che prima di criticare ciò cli’é successo sarebbe giusto di pensare a ciò che si sarebbe detto, se In nostra spedizione non fosse succeduta, se noi fossimo rimasti timidi e semplici spettatori di questo componimento compiuto delle cose italiane. (Approvazione a destra ed al centro. ) Allora i lagni che ci si muovono oggidì sarebbero stali rivolti contro di noi più forti, senza dubbio, e in ogni caso più giusti. A destra: È vero! Benissimo! Il sig. di Tocqueville : E che ! dimentichereste, o signori, lo stato ili cui si trovavano le cose d'Italia nel momento, in cui si fece la spedizione? Non vi ricordale che a settentrione la Lombardia era sottomessa, i ducali occupati, il Piemonte vinto e ridotto a condizione .... Un membro a sinistra: Bisognava non lasciar fare all’Austria.