454 Il sig. Jules Favre: Il sig. presidente del Consiglio mi fa l’onore di dirmi, che in ciò è riposto il suo delitto. Mi contento di rispondergli ch’egli non è il giudice della questione; poiché ci ha troppo personale interesse, (¡tumori a destra. Risa d'approvazione a sinistra.) Il sig. di JUontalembert: 11 stilli-agio universale ha giustificato il ministero: le elezioni gli dieder ragione. Il sig Jules Favre : E quanto a’mormorii che mi vengono da questa parte, la destra, e’ mi riescono nuovi da parie d’una maggioranza, la quale non intende probabilmente di abdicare o rinunziare la sua onnipotenza. Forse che non dobbiamo levarci al di sopra di queste tristi quislioni di persone, per farci infine alla teorica ed a’principii, cioè, a quello che conserva e salva gli siali? (Rumori a destra.) Ebbeue che direste voi se domani, sopra una questione vitale per l’onore e l’interesse della Francia, infliggeste un biasimo diretto al ga-biuetto, e che tal gabinetto rimanesse al timon del governo? Prendereste quest’atto, come un atto d’insurrezione contro la maggioranza e avreste ragione. Potreste dire che in quel giorno le istituzioni costituzionali sono falsate: e avreste ragione; e potreste aggiungere ciò, eh’è esattamente e rigorosamente vero, che tutti gli uomini di stato, che accettano simi-gliante condizione, fanno tal sagrifizio alla personale lor dignità, che converrebbe che ci fosse sotto un assai grande compenso per ¡spiegarlo. (Bravo a sinistra. — Mormorii e negazioni a destra ed al centro.) Il sig. Abbatucci: Questa non è cosa seria; le elezioni diedero al ministero una pluralità immensa. Il sig. Jules Favre: Si videro in e fletto gabinetti lasciare il potere per esagerate delicatezze, e quando una sola insinuazione risultante da un voto poteva toccarli. Ma lo ripeto, nella storia parlamentaria è un fatto nuovo, vedere un ministero formalmente biasimalo da un’Assemblea sovrana, con la maggioranza di 40 voti, convinto d’avere sviato una spedizione francese dal suo scopo, inchinarsi dinanzi il voto, dichiarare ch’egli ci si adatterà, c eh' ei serberà il potere, benché sia umilialo nelle sue mani (Moti diversi.) Ebbene, o signori, quando testò parlava di compenso necessario, non si crederà che m’entrassero nel pensiero miserabili questioni di personal interesse? No, tolga Iddio! che io voglia lare ai signori ministri una simil ingiuria; dico che evidentemente per accettare tal condizione, per falsare così le molle costituzionali, conveniva un grande interesse, e un partilo preso anzi tratto, il quale si voleva raggiungere a qualunque costo, perfino mettendosi in ginocchio, dinanzi all’Assemblea nazionale, che condannava. (Benissimo! bruissimo.) Questo partito preso era in pari tempo di far le elezioni : e’ s’ era detto, noi si nascondeva; s’era già falla la formula de*dispacci telegrafici, che dovevano ingannare la Francia. (Vivo assentimento a sinistra.) A destra : Ciò fu giudicato. Il sig. Jules Favre: L’altro partilo era dì giungere al conquisto di Roma, di giungervi, non per eseguire la volontà dèli’Assemblea, ma per uccidere la libertà romana, e restituire il poter temporale del Papa.