287 di pesce, e non si potesse ricevere «li fuori una lettera od un giornale it uoii per l’elemosina «li qualche legno straniero, o per merito di quei contrabbandi che avrebbero luogo ¡inco se Venezia non avesse da mantenere, nella onorati« sua povertà, tante vele e più migliaia d’uomini e un arsenale dove si lavora più torse che in «|ualcbe arsenale di llorido regno. E Francesi e nostri raccontano, che voi potevate, e prima d’ora, fare di più: e recano alcune particolarità di latti, che voi forse potrete raccontare altrimenti. Ma adesso voi volete smentire con latti splendidi, c no con mezze prove ogni accusa. Se al vostro accostarsi i nemici Ingioilo, voi, con ciò solo, aprite il male al soccorso delle provvigioni clic ci bisognano. Se v’allontanate, avrete nell lstiia, in Dalmazia, porli si-curi, non muniti da artiglierie, porti amici perchè l’Istria e la Dalmazia si ricordano di S. Marco tuttavi« con alletto. E le poche forze austriache, le «piali in Dalmazia erano, mossero in buona parlo verso la guerra ungherese: e Ira poco forse il porto di Fiume vi sarò porlo amico. Ma •piando pure non fossero tante a voi e agevolezze e speranze, voi dovreste tentare di necessità un fatto ordito per pietà di noi, e per salvezza del nome veneziano. Vi ricordate voi «piando, nell’aprile del quarantotto, Sua Eminenza il Cardinal Patriarca nella Chiesa «li S. Marco parlò del Leone e de’terribili suoi ruggiti, c detestò le ferocie del barbaro, cioè dell’austriaco? Noi siamo più moderati di Sua Eminenza, e dileggiamo che il Leone dia seguo «li vita; e, grazie n voi, lo vedremo. Chiedeste i trabaccoli; avete i trabaccoli; chiedeste un legno nuovo, l’avete; chiedeste nuova ciurma, e vi si prepara : ma intanto voi slessi vedete che op«'rarc bisogna; e l’avete promesso. >el giugno dcll’anuo passalo, voi vi deste al re «li Sardegna, che rispose tanto magnanimamente alla vostra speranza. Adesso voi volete mostrare che siete Veneziani, e noi v’aspettiamo alla prova. E se Sardegna v'ha trattali cosi, che potreste voi .sperare dall’Austria? Chi è si stollo che possa dar fede alle promesse di chi è senza fede? La Marineria veneta non ha fatto ancora abbastanza per salvare l’onor suo in faccia al mondo; ha fatto assai perche 1*Austria se ne vendichi col punire gli uflìziali, coll’avvilirli, con lo spiantare l'arsenale, il primo arsenale del mondo, e condurre tante famiglie d’operai valenti all’eslreina indigenza. Vói pensaste già queste cose; pensaste agli scherni dc’ipiali il nemico perseguita la vostra prudenza; pensaste che voi non potete più rimanervene testimoni delle nostre angustie; pensaste che non potevate fuggire lasciando le vostre famiglie, prima che alla rabbia au.«lriaca, all'ira e al disprezzo del popolo abbandonalo e deluso. Sentiste che calunniose c scellerate voci correvano, taluni di voi prepararsi alla fuga, altri non essere alieni da più nere cose ancora, e alla line prometteste di movervi. E vi moverete; e noi sarei« salvi. Che se aveste ancora indugiato, il popolo di Venezia vi avrebbe chiamati e dello: se non potete scacciare, se non allontanare il nemico, se non più far entrare nè una lettera nè un pane, risparmiateci il disonore c il dispendio dell’impotente armamento; non c’illudete con vane promesse, diteci a dirittura: non possiamo difendervi, c sottoscrivete a ■piesto documento, ciascuno di voi, il nome vostro. Ma noi vi volgiamo «desso meii dolenti parole ; e credi a m fermamente clic il passo, il qual