29 non possa valere a ripristinarvi la pace e la tranquillità; e come finalmente, malgrado le precedenti promesse, non sia da quello rispettata in alcun modo la nostra dignità nazionale. E tanto più facilmente abbiam dovuto ritenere sciolta da parte nostra ogni negoziazione, che, interrogato il ministro sull’epoca e sul modo, in cui le nuove condizioni politiche sarebbero attuate^ ed accennata la necessità, pel caso in cui si stipulasse un trattato, di un intermedio regime provvisorio, durante il quale fossero accordate sufficienti garantie, e presi gli opportuni provvedimenti a salvaguardia di ogni nostro diritto pegli averi e per le persone, ed a tutela del debito pubblico e delle valorose nostre milizie, abbiam dovuto riconoscere che, nemmeno intorno alle condizioni di questo regime interinale, si avrebbe potuto giungere ad un equo componimento. 11 ministro ci dichiarò apertamente che la Costituzione ed ogni ulteriore guarentigia, che l’Austria fosse per accordare alle provincie italiane, non sarebbero attuate se non dopo il termine della guerra, e dopo assicurata la pace dell’Italia e dell’Europa, e che intanto sarebbe stalo inevitabile di assoggettare Venezia, come ogni altra parie delle provincie italiane, al Governo militare. Venezia 25 giuguo 1849. GIUSEPPE CALUCI. LODOVICO PASINI. N. XX. S. Ecc. il sig. cav. De Bruck al Governo provvisorio di Venezia. Dopo le conferenze, ch’ebbero luogo in Verona nei giorni 21 e 22 corrente cogl’incaricati signori Caluci e Pasini, avviso superfluo di ritoccare ancora l’argomento della futura condizione politica di Venezia, giacché ogni migliore illustrazione in proposito può aversi e dai precedenti miei fogli e dagli stessi signori prenominali, ai quali aneli« verbalmente non mancai di prodigare nell’argomento le più late e precise spiegazioni. Relativamente poi agli altri oggetti, sui quali si aggirarono pari-nienti le conferenze, testé avule coi signori incaricati Caluci e Pasini, mi affretto a dichiararle, di concerto con S. E. il sig. feldmaresciallo conte Radetzky, che, ritenute lerme le condizioni accordate dall’ E. S. nel proclama 4 maggio p. p., nulla osta di accordare e determinare ulteriormente quanto segue : 4. La carta monetata, così detta comunale, verrà ridotta a due terzi del valore nominale; e per i vaglia, su cui riposa la carta denominata patriottica, come pure per tulti i titoli provenienti da prestili forzali, ec., la riduzione sarà della metà. La detta carta avrà corso legale soltanto in Venezia per l’accennato diminuito valore, fino a tanto che, d’accordo col veneto Municipio, sarà ritirata e sostituita, il che dovrà aver luogo entro breve spazio di tempo. L ammortizzazione poi di questa nuova carta dovrà seguire a tulio peso