r.o C Luglio. ASSEMBLEA DEI RAPPRESENTANTI DELLO STATO DI VENEZIA. Sessione del 5 luglio 18i9. Presidenza del citi. Lodovico Pasim. La seduta comincia a ore 1 e 1/4. Li Ho il processo verbale, viene approdilo, li rappresentante frinii sale alla tribuna e legge: Cittadini rappresentanti ! Si- le paioli’ che pronuncierò da questa tribuna saranno franche, io vi pn-gi» di accagionarne il mio forte sentire; se la mia voce sarà tremanti-, io vi scongiuro incolparne la non lieve mia agitazione. l a vostra generosa insistenza ha squarciato un orribile quadro, che da 'aliato sera mi stava fitto dinanzi gli ocelli. Con quel quadro davanti, ria languido il mio patriottismo, nullo il mio buon volere^ schiava la mia coscienza. Voi usaste verso di me con indulgenza (piasi eccessiva, e quella tela squarriossi. Ripresa ora la calma, presento alla presidenza, ai deputati, e parti ilarmente all’avvocato Benvenuti ed al Manin, i dovuti atti di grazia, e »i rhiedu di accordare perdono alla passata mia resistenza, che sa- • !>l*f in oggi una colpa, e direi quasi un delitto. Cosi potesse la mia »ne»? alla levarsi lino al Governo, ed io il pregherei, per mia parte, distruggere qualunque traccia di quella tremenda scena. Già il presidente Manin, da questa stessa tribuna, ha compilato di quel tristo avvenimento il processo, ha pronunciato la sentenza, ed ha cmi-"a Li piii severa condanna, qualificando gli autori tuli’altro che pa-t riotti. Ora ritorno vostro collega, riprendo la libertà della parola, sicuro rlie la presidenza ed il Governo sapranno far rispettare, come accennò •"•"“'i 1 • il presidente Pasini, i’indipendenza del volo e la libertà della <’■ tlrni i, i. | i„ prometto che non sarò a nessuno secondo nella franchezza ■i l v.itn-, perocché, fiero mai sempre di questa franchezza e della mia lil' i ti, in qualunque evento, ho sempre liberamente dischiusi i miei sensi. I > vi pi .m ito del pari, che, sempre alieno dalle alle cure ed amante della vita privata, non per ciò mancherò di servire con tutta l’anima e tulli' le mie poche forze il mio paese in quei pubblici rami di ani* minuti,ninne, che -i conlanno col mio genio, colle mie inclinazioni, e ' » s mo compatibili colla scarsa mia intelligenza e colla mia non robusta salute. Cittadini rappresentanti! Queste parole io ripeteva, affinchè sappiasi uaa e r orlc il mio amore per questa carissima patria, quanto l’anima ma accia pngio di’lla benevolenza dei miei concittadini, e quat pugnale mi at>l»a fitto nel cuore chi si allentò di distruggerla. (Applausi.)