200 perduti alla città, perdi è dalla terza linea potrebbero accorrere |>rnuti la dove il pericolo della pallia chiamasse. K s’ altri immagina I lambii ili e pericoli estremi dentro uella città; estremi tanto che le migliaia d.j Civici rimanenti nou li possano dileguare, non li possano dileguare, gli ottocento gendarmi che som gente animosa, non li possa dileguare I' autorità del Governo e dell’ Assemblea e de’ probi cittadini ai quali non mancherebbe l’animo di affrontare per l’onore patrio ogni eìmento; se lossiiuo a tale, allora io direi che uè i mille di soprappiii basterebbero ad allontanare da noi la vergognosa ruina. All’ incontro, i mille agguerriti, e vicini, e tuttavia cittadini nell’anima (che il cenno militare non perverrebbe di certo a disnaturarli) «pie’ mille sarebbero a ciò più valenti che mai. La difficoltà più forte è nel tempo che richiedesi a mettere insieme codesto migliaio: ma il buon volere potrà abbreviarlo; ed intanto li Civica presterà alle milizie, come prima, e più se bisognasse, il suo braccio. Qualunque sia il tempo, bisogna mettersi all’opera; qualunque sia l’esito, latta orinai la proposta, non si può rigettarla: nè I’ Assemblei può col riliuto ( ogni differente proposta suonerebbe rifiuto ) chiamare il biasimo sopra se, uè può senza prova disonorare il paese disperando di lui. fc sarebbe un disperar del paese il volere che mille uomini posti sull'orlo della laguna, anziché dispersi lungo i canali interni, non solamente aggravassero, ma inducessero pericolo nella città. Venezia non ci ha dato il «li-ritto di diffidare di lei. Quaiid’ io, nd dicembre del quarautaselte, entrai mallevadore all'Italia del risorgere di questo popolo privilegialo, non osavo io stesso sperare ch’egli soddislurebbe al mio ed al suo debito con tanta ricchezza d’ usura. K dopo hi prove de’ diciassetti* e seguenti del marzo; dopo il novello risuscitare dell'undici ddl'agosto; dopo la crociata di Palma, e la sortila di Mestre, alla «piale i Civici supplicavano prender parte; dopo il saggio eli’e’diedero dell'animo loro a Mai glifi a; dopo la rara costanza, con cui la legione de’ Bandiera e Moro ha espugnato gli ostacoli opposti, se non dall’altrui volere, da’casi ; dopo I» recente proferta d’ uua compagnia d’artiglieri civici d'ire a San Secondo e sul Ponte; io non so con «piai fronte si possa dir loro: Voi siete in* capaci, voi siete indegni di difendere la patria vostra solto le leggi dell» militar disciplina, ovvero: mille soli di voi possono salvare la Guardi! e la città dalla morte. Io uon so qual sia maggiore pericolo, se lo scontento di pochi »• «piali il nuovo stato pesasse, o lo scontento de’ più generosi che contro L Assemblea s’(adeguerebbero dell'immeritata diffidenza, e direbbero: I nemici ne’ giornali e nelle relazioni loro lodano il valor nostro, voi 1° negate con solenne decreto. — Non so «piale de' due pericoli sia il pi" grave; ben so qual sia il meno onorato. Scusate se io alla vostra generosità, cittadini, fo torlo, fermandomi tanto a lungo su questi dolorosi pensieri. Cre«liamo alla dignità de fratelli nostri, c credendo esaltiamola. Clic si chiede alla line da loro ' Che nella terza litica difendano il suolo ove uacquero e i montimeli!* «legli avi loro, essi, che promisero con voi di resistere ad ogni rosi«»; li difendano al modo che ai capi della milizia solo pare efficace. L* A**