280 ina il caso nostro è tutto all'opposto, mentre anzi i cittadini tulli sono pronti, e lo vediamo col fatto, piultoslochè cedere la città, sono pronti perdere e la vita e le sostanze, nè In teina delle palle nemiche li riuniate dall’eroica risoluzione di resistere ad ogni costo, pronti, con una sovrumana rassegnazione, di sofferire qualunque privazione, qualunque danno piuttosto che aprire le porte alTodiato nemico. Homburdamenti di citta marittime più famosi ai nostri tempi. Fra i bombardamenti di città marittime più famosi, possiamo annoverare quello di Venezia, per la sua straordinarietà, come pure quello di Copenaghen nel 1807, stretta per terra e per mare dagli Inglesi, clir durò il fuoco continuo dal 2 settembre a tutta la notte del \. In questo bombardamento usaronsi, per la prima volta i razzi inventali da sir Guglielmo Congreve, che gli diede il suo nome. In quel fallo furono distrutte dalle palle, bombe e razzi, oltre alla cattedrale, più di *>00 case; non rhc quello di Algeri, nel 18Iti, dalla flotta inglese ed olandese, c che durò il fuoco per 12 ore continue. ANTONIO SAGUETT1 Editore l Agosto. AI VENEZIANI. (20 luglio.) Oh buon popol di Venezia ’ Che si pensa, che si là? Se noi siam già un quarto austriaci Ella è tutta tua bontà. Non ti degni di combattere Sulla terra, nè sul mar; Ma ti degni il pan di segala, Finché dura, rosicchiar. Alcun dice che è miseria, A me sembra poco onor. Kd è tua la colpa, o popolo. Parlo libero e dal cor. Che i Croati i badi s'ungano Con di Padova i cappon ; Nè col sego si condiscano Di Verona il frumenton; Che la pancia si rimpinzino Con buon riso e bianco pan, E che cionchino e ricionchino, Il Breganze e il Coneglian, Mentre un uovo non si razzola Tutta in quanta la città, Ed il vin, col pan *i litiga, Fino a farseli carità. Per Udio! Non è da piangere, Salvo a chi di fango ha il cor Tel ripeto, o caro popolo, Non è mal, ma è poco onor. Via ti sveglia! Quanti secoli Fai tuo conto di dormir ? E min cosa imperdonabile Fra le coltrici poltrir, lo ti prego, o mio buon popolo, Per la patria, pel tuo mar, Pei tuoi morti, |iei tuoi posteri, A non farti corbellar. Non ci è più tempo da perdere; Già del caldo è la metà, Se gl' indugi non si rompono, Presto il freddo soilierà.