102 lato si dimezzano Ir facoltà dei privati, dall’altro si lascia ai contribuenti di Venezia per tempo lunghissimo un peso enorme, che ne rende inevitabile la rovina. La possidenza, il commercio, l’industria ed i capitali ricevono in pari tempo un colpo mortale, e tutti gli elementi di futura prosperità vengono distrutti. li. Dichiara il cav. de Bruck, nell’art. 5. del citato suo foglio 23 giugno decorso, che tutti gli ufficiali ed impiegati militari dei medesimo rango, clic erano anteriormente in servigio austriaco, dovrebbero uscire di Venezia e dall’impero, ed essere altrove trasportati per via di mare, a spese del Municipio. Questo decreto di proscrizione colpirebbe nella tola Marina circa 5()0 individui, i (piali, per la massima parte aveuli famiglia, e privi di qualsiasi patrimonio, dovrebbero esulare nella indigenza. Qualunque sia il modo nel quale il governo austriaco, secondo le sue opinioni, voglia giudicare la condotta d’uomini, che credettero non doversi rifiutare alla difesa della loro patria naturale, è sempre evidente che una condanna cosi grave a carico di un numero di famiglie cosi grande non merita essere chiamata la pili clemente facilitazione, come il foglio milanese la chiama. Ma lo scopo vero di siffatta proscrizione, e in ogni modo la sua inevitabile conseguenza, sarebbe la distruzione «Iella M.trina veneta, e quindi dell* arsenale, onde verrebbe la miseria di parecchie migliaia d’operai, e la distruzione delle tante industrie, alle quali la esistenza di un arsenale dà vita. 5. Secondo l’articolo 7. del detto foglio del cav. de Brucks sarebbero dopo lu occupazione della città designati altri 40 proscrilli civili, da inviarsi similmente oltremare a spese del Municipio. E naturale che moltissimi fra quelli, che sono o si credono compromessi, non ¡stimerebbero prudente d'attendere la militare occupazione, e quindi emigrerebbero prima che essa fosse elfeltuala. Onde in fatto la proscrizioue, in luogo di colpire sole 40 lamiglie, ne colpirebbe qualche migliaio; e cosi Venezia, disertata dai migliori suoi abitanti, resterebbe un cadavere di città, cui nessuna forza umana varrebbe per molli anni a ridonare la vita. L’amnistia stessa, che a prima vista sembrerebbe piena per tutti i civili, eccetto i 40 da designarsi, è assoggettata alla più pericolosa reslrizioue. Poiché, secondo 1‘ ari. 8. del suddetto foglio, se taluno dopo la occupazione si facesse reo di nuovi allentati a danno della pubblica tranquillila, verrebbero prese in rifletto anche le colpe anteriori. Sarebbe lar.lo difficile che Veuezia sopportasse con tranquillità intera uua mutazione così rapida di condizioni politiche ; sarebbe tanto facile promuovere uu'agilazione qualunque; sono tanti gli atti anteriori dei Veneziani qualificabili come colpe dall’Austria; che senza esitazione ogni uomo imparziale debbe esser condotto a concludere che l’amnistia proposta sarebbe in fallo nulla, e non servirebbe di alcuna garantia. Per amore di brevità abbiamo notate le sole cose principali, trascurando le osservazioni minute. Tuttavia confidiamo che risulti abbastanza chiaro qual fosse l'indole delle proposizioni dell’Austria, e come l’Assemblea dei nostri rappreseutanti non potesse, senza mancare al debito suo, sancire col proprio consenso la rovina del paese ed il suo disonore. Simili patti possono essere imposti dalla forza, ma non consentili dalla libera volontà di im popolo, che rispetta se stesso.