409 giari. È vero che se ne diradan le file ogni dì, ma tu concorrerai a riempirle, o prode gioventù di Venezia I tu farai vedere col tatto quanto fossero infondati i timori di coloro, che si attentano di accagionarti dì viltà e di debolezza, e questa istoria della nostra patria sarà tutta una istoria di gloria e d’onore. Altra volta, cittadini rappresentanti, voi sentirete parlarvi di civili virtù, se oggi io v’inlrattenea quasi sempre di virtù militari, e vedrete quelle manifestarsi per tutto nella capitale e nelle adiacenti sue isole; a Chioggia e nelle circostanti sue terre. Intuonerete finalmente, e io spero assai presto, un inno di grazie alla nostra Marina, la quale, infiammata da tanti esempii di ciò che ha fitto per terra e sulle lagune, ove ella stessa sempre concorse, già agogna l’istante di provarsi in un campo più vasto, già è impaziente di liberarci dalle presenti necessità. Il presidente: Segueudo l’ordine del giorno, invito il relatore sulla proposta d’urgenza dei rappresentanti G. B. Tornielli e Carlo Bufimi, concernente i sostituti nella Guardia civica stazionaria, a leggere il rapporto. Il rappresentante Farè relatore (legge): La proposta dei colleghi Tornielli e Ruffini, che dovette esser Urna dei nostri studii, conteneva due parti distinte: 1. Escludere assolutamente tutte le sostituzioni nel servizio ordinario della Guardia civica stazionaria, permettendo per sola eccezione che i membri della stessa famiglia si possano sostituire fra loro; 2. Riformare quella parte del Regolamento che stabilisce le pene per le mancanze al servizio ordinario. Sulla prima proposta v’ebbe dissenso fra’membri della vostra Commissione. Repugnavano alcuni a cambiare il sistema fondato dagli articoli 75 e 82 del Regolamento organico, che permette sotto date condizioni i sostituti, e dicevano: 4. Servire nella Guardia civica è un onore, ma è anche un peso, e i pesi pubblici non devono esser aggravati più di quanto richieggono i veri e reali bisogni della società; 2. È indifferente per la società che il servigio sia personalmente prestalo da chi vi è chiamato dal turno di servizio, ovvero prestalo da un altro cittadino egualmente capace di lui, egualmente meritevole della pubblica fiducia, e certo è rhe in faccia alla legge sono uguali tutti i cittadini regolarmente inscritti nella Guardia civica o come guardie attive, o come riserva; 3. Negare qualunque considerazione ai bisogni urgenti e speciali, in cui può trovarsi un cittadino chiamalo a prestare servizio , è mettere una classe numerosissima di cittadini a molto peggior condizione di quelli compresi nella riserva, pei quali si è avuto riguardo ai loro più meno urgenti bisogni, e si è adattalo il servizio alle loro circostanze speciali. L’eguaglianza di diritto sarebbe interamente distrutta; A. Giova alla Guardia che il servizio sia prestato da chi vi accorre