o beau jeu, puisque notre délivrance n’est pas une révolution, c'est la reprise de nos droits historiques, de notre légitimité. Au fait, Venise affranchie ne saurait donner de l’ombrage; Venise autrichienne serait une honte et un embarras. Monsieur f i*assurance de ma profonde considération Milord ^ 1 Le Président du Gouvernement de Denise MAN1N. J' S. E. le Ministre aux affaires étrangères de S. M. la Heine de la Grande-Bretagne. Londres. A' monsieur le Ministre aux affaires étrangères de lu République française. Fa ris. VERSIONE. / enezia, 4 aprile 4849. In nome dell’ umanità e della giustizia, in nome della legittimità e della libertà., il popolo di Venezia invoca, più prontamente eh’ è possibile, gli ellètti di quella benefica mediazione, di elle da parecchi mesi gli hanno dato speranza i governi delle due più potenti e più libere nazioni dell’ Europa. Noi venghiamo a rammentare fatti già noti; ma a ciò fore sirmo costretti dalle nostre sventure: e la sventura, degnamente «offerta, ancorché fosse spoglia di qualunque oltro diritto, é da se sola un titolo presto i cuori generosi. I diritti del popolo veneziano sono, come a tutti è noto, 1 più antichi e legittimi. Venezia, sorta dalle sue lagune come una creazione del libero arbitrio e della perseveranza umana, come una solenne protestazione contro la violenza straniera, fece della sua storia una conseguenza immediata delta propria origine ; e custodendo sempre gelosamente la propria indipendenza td originalità, strinse onorevoli relazioni co’ popoli p;ù rispettali della terra, e giovò 110:1 poco ulla civiltà colle arti, alla umanità col commercio, al cristianesimo colle armi. I mezzi naturali mercè di cui ella acquistò e mantenne i propri! possedimenti; il modo con che perdette i possedimenti stessi e la esistenza polilica, fanno luminosa testimonianza dei «uoi diritti. Mentre le si faceva ampia promessa di lina libertà, più veru di quella onde avea fatto sino allora esperimento, la si dava in servitù ad una potenza, che non aveva a quel tempo sopra di lei nemmeno il diritto del più forte. La santa Alleanza, la quale s’ era assunto l’incarico di far rispettare tutt’ i diritti, che si dice-vano violati dalla rivoluzione e dalla guerra; la santa Alleanza non agognava punio a Venezia. L’ Austria, i cui proclami spingevano gl’ Italiani a combattere contro la Francia, nella speranza di ricuperare la propria nazionalità e il retaggio delle ¡oro memorie ; 1' Austria non tenne in alcun modo le sue promesse. I trattati del 1845 subirono alcuni mutamenti, cui I’ Europa ha già riconosciuto. L’Inghilterra e la Francia, le quali riconobbero legittimo il movimento siciliano, non potevano certamente negare il loro appoggio alla nostra liberazione, la cui legittimità è posta sopra fondamenti più sacri. Venezia, unendo le proprie forze, nel principio della lutla, a quelle degli altri Stati d’ Italia, non difendeva meno la proprietà de’ suoi titoli e il carattere unico, del quale fa prova eziandio nei presenti sforzi della sua resistenza. Non ricorderemo le promesse che suonarono in tutta Europa, nè quelle parole solenni nelle quali la pacificazione della Penisola fu inseparabilmente legata all’ idea d’allrancamento, nè tutte le testimonianze di simpatia eh’ ebbe Venezia, e che, nella presente condizione, divengono altrettante promesse pel suo avvenire. Se altri Stati Italiani rigettarono il soccorso della Francia, Venezia, in camtio, fu accusata dell’ averlo ridesto : i giornali del trmpo ne fanno pruova. E fce qualcke- Agréez