427 nostre, invitata poi e dal Governo e dall'“autorità militare, da ultimo condiscese, ¡Non crediamo avere nociuto pregando essa autorità militare die ai militi vietasse vendere il loro pane, e con violenza, come taluni facevano, comperare il serbalo al popolo, testimone addoloralo di tuli soprusi, INè il lamento da noi primi mosso contro la incella del pesce, doppiamente spietata, fu senza effetto, che all’insufficiente ordine del Municipio, altri si aggiunsero della Commissione primaria d’annona, i quali lanuo accompagnare il pesce libero dall'incetta per insino al mercato, e fanno assistere alla veudila uomini del Municipio e della Commissione d’annona, e fissano il prezzo massimo a che i pesci più comuni, e non di lusso, non possano mai passare. Ma codesto ancora non basta : conviene che il povero pescatore venga protetto non solo da’compratori violenti che l’assalgono fuori del porto, ma e dagli altri più mansueti che possono sul mercato stesso impouergli leggi dure; conviene che siccome alla piazza si determina il massimo prezzo che il pesce può vendersi, così si determini il minimo, sotto il quale non possano i rivenditori dal pescatore comprarlo. Questa idea cadutaci iu mente, e confermataci dalla opinione d’uomo esperto e benemerito, espongo qui, acciocché quest’Assemblea abbia l’onore d’avere ili tempo di guerra e d’angustia provveduto a cosa a cui non pensarono governi umanissimi iu tempo d’agiatezza e di pace; alla sorte di quegli uomini che sono nell’umana società forse tra i più puri e animosi, cerio Ira i più pazienti e più crudelmente negletti: i poveri pescatori. Abbiamo domandato se fosse vero che dai mulini della Giudecca portassersi fuori farine sotto uno o altro pretesto. Taluno negò; alili rafferma, e per riparo consiglia che sia assolutamente vietato estranio farina alla spicciolala a nessun titolo, che un portinaio guardi l’ingresso e due civici. E fu similmente richiesto alla Vigilanza che vegli acciocché arrivino sul mercato, scortati da un biglietto del Cordone, i carichi di palale, e non li trafughino gl’ incettatori per via. La severità che alleviasse i mali del popolo, sarebbe pietà delle più delicate. Ma dal marzo del quarantotto noi siamo, per tu Ito che spetta a disciplina, caduti a tali condiscendenze che snervarono i forti affetti, aggiunsero audacia alle ignobili cupidigie. Le Commissioni secondarie debbano, sempre che trovino reità ostinata, sevire non solo con multe, che ai venditori men poveri è leggier peso, e li provoca a vendetta sui popolo peggiorando la qualità o frodando sulla quantità della merce, non solo con multe, ma con arresti, e con chiudere le botteghe a coloro che per l’ingordigia del lucro dovrebbero avere maggiore gnstigo: perchè sprovvisto per modo che alle botteghe soddisfacciano alle necessità pubbliche invece di quelle. Dovrebbe la pena cadere severa segnatamente sui facitori di pane non sano, e schifoso a vedere, che in più luoghi facevasi a’dì passati. Alle precauzioni usate fin qui del fare alla mescolanza delle due farine assistere un ispettore eletto dal Governo, e due delle Commissioni secondarie, potrebbesi aggiungere, per più guarentigia del popolo, questa precauzione ancora; che un negoziante di biade, e venditore di pane, o altri che di farine s’intenda, assistesse, alla