4 87 tiri corpo, come Cristo ha liberato l'umanità dalla »chiavili! dello spirilo. Se noi trionfiamo dell’orde cacciateci addosso dai limimi, diverranno liberi, in conseguenza della nostra vittoria, l'italiano, il Tedesco, il Czeco, il Polacco, il Yalacco, lo Slavo, il Serbo ed il Croato. Se soccombiamo, tramonta la stella della libertà |>er luti’ i popoli. Questo sentimento valga a rinforzare nel nostro petto la volontà risoluta ed a lem-io.ire la lorza delle nostre (alci; questa forza salvi ai nostri figli la loro pallia, salvi l'albero vivifico della libertà, che, se dovesse cadere per la nostra villa sotto la scure maledetta da Dio dei due tiranni imperiali, non niellerà mai più radici. Popoli d'Ungheria! Volete morire sotto la spada sterminatrice del Russo feroce? Se noi volete, difendetevi! Volete vedere i Cosacchi del remoto settentrione calpestare i cadaveri contaminali dei vostri padri, delle vostre mogli, dei vostri figli? Se noi volete, difendetevi! Volete che una parte dei vostri concittadini sia strascinata nella rimota Siberia, o nella guerra straniera del tiranno, e che Pallia >'incurvi nel giogo sollo la sferza del Russo? Se noi volete, difendetevi! Volete vedere i vostri villaggi in preda alle fiamme, le vostre messi segate e calpeste? Volete morire di fame sul terreno, che avete coltivalo fon sudori di sangue? Se noi volete, difendetevi? . . . Segue poi la speciale organizzazione della erodala contro le orde itlcugijie (i Russi.) Il popolo deve essere chiamalo alle armi dal pili-pilo c colle campane. Chi non ha fucile, dia mano alla falce o alla scure. « Non è ungherese ma un misero czudur, ehi vuole scegliere le armi e non si dilende con quanto gli capila fra le mani. » Ove compariscono i Russi, la campana deve chiamar subilo gli armati sulla piazza, •hi (pici luoghi poi, ove l’orda selvaggia e già passata, il popolo si sollevi in massa dietro le sue spalle e stermini i Cosacchi, solili a cavalcare disordinali, e le altre più piccole torme d’armati, rimasti addic-Iro. || popolo dee specialmente darsi premura di non lasciar riposare in >lcun luogo il nemico di notte, ma di balzargli addosso sempre all’improvviso, ritirarsi e poscia attaccar di nuovo, e ciò incessantemente; iu-qoietarlo di continuo col suono delle campane, affinchè non trovi un ino-«culo di riposo sul terreno, ch’esso si empiamente attaccò. Ove si presola il nemico, tulle le provvigioni, il bestiame, il vino e l'acquavite devono essere nascoste nelle caverne dei monti o dietro le paludi, affinché egli debba morire di fame. Prima che il nemico occupi un villaggio, deve allontanarsene ogni creatura vivente, e poiché esso lo ha occupalo, uomini coraggiosi dovrebbero accendergliene i letti sul capo, acciocché quelle orde selvagge o cadano preda delle fiamme, o siano al-n*no impedite nel loro riposo. Nel principio di questo secolo, allorché Napoleone attaccò l’impero russo, i Russi si sono in lai modo salvati dal soccombere. Noi poi vediamo in ogni modo ehc il nemico, ammaz-**ndo cd incendiando, devasta lutto; c sappiamo quante città e quanti ’•Maggi furono ridotti in cenere dalle micce nemiche. In questi giorni •ppunto la soldatesca austriaca, dopo di aver attaccato gl’inermi abilan-*• di Bòsai kany, nel Comitato di Oedenburg, ne inrendiò tutte le case, dal-pi ima all'ultima. Se adunque lutto dev’esser distrutto dalle fiamme, avvenga almeno mculrc il nemico vi soggiorna dentro. Se vinciamo