6 simi ordinatamente sino alla posizione del Casino e Monte Berieocoli, da cui dipendevano, cominciò l’azione in quella positura verso le 5. Le forze limitate di cui si poteva disporre ai Monti Belici, fecero sì che nelle disposizioni di difesa si ordinasse di concentrarle in una positura, il cui sviluppo fosse proporzionato al fronte delle truppe che l’occupavano, cioè al Monte e Casino Bericocoli, onde non esser deboli su tutti i punti. Questa necessaria concentrazione lasciava in potere delle prepotenti forze nemiche la linea che si estende dal Blokhlaus di bella Vista alle Cavacce e al controforte del Rocolo. Sino alle 41 durava il combattimento di moschetteria, il quale copriva lo stabilimento delle batterie nemiche, due di Ironie, una delle quali A. di campagna, B. sulla strada di posizione (cioè da 12 francesi e 8 italiani), una terza che batteva di fianco C. di campagna, più una di racchette sulla estrema sinistra de! nemico. Circa le 11 riaccendevasi più gagliardo l’assalto del nemico, rafforzalo dalle delle quattro batterie, le quali concentravano il fuoco sul Monte Bericocoli. 11 maggior danno era cagionato dalla batteria di posizione siluala sulla strada, quantunque la sezione d’artiglieria civica romana, comandata con coraggio e intelligenza dal tenente Torri, ne facesse a varie riprese sospendere il fuoco con tiri maravigliosamente diretti. La sezione di artiglieria vicentina al Monte e le caronale del Casino Nicvo battevano la strada, e respingevano ripetutamente le colonne d’attacco a! loro sboccare. J1 numero dei nemici permetteva loro di girare con uno sciame di bersaglieri la diritta della posizione Bericocoli, mentre la fulminava con 42 pezzi e con razzi di fronte e di sbieco, e la assaltava con colonne d’ attacco per la strada che vi conduce. La positura fu mantenuta lino agli estremi, lino a che caddero feriti due colonnelli di stato-maggiore, Azeglio e Cialdini, che ne dirigevano la difesa ; il comandante d’artiglieria Lentulus, spossato e percosso in una gamba da una mitraglia, mal poteva reggersi in piedi. L’ ostinazione della difesa non permise di ritirare le artiglierie che all’ estremo, onde, ucciso un cavallo del timonej rimase uno dei pezzi della civica romana. Debbo qui notare per debito di giustizia e a piena soddisfazione del tenente Torre che la comandava, che la sua condotta, e quella del tenente Gabet, fu non solo come si ha diritto di aspettarsi da un soldato, ma ammirabile, sia per l’intrepidezza, che per l’intelligenza. L’ assalto della città cominciò a Porta Padova, quindi estesosi a quelle Monte, Borgo Padova, e Porta S. Lucia, era sostenuto dalle forze nostre come qui sotto descritte. A Porla Padova legione l.a romana, colonnello Dei-Grande, il battaglione di lìoma alle barricate, e il battaglione di Ancona appostato nelle case adiacenti. La compagnia svizzera Loffìng. I carabinieri a piedi mandati più tardi, come rinforzo, e riserva ad ogni evento. Artiglieria indigena una sezione, diretta personalmente dal capitano Calandrelli, Tenenti Guglielmotti, e Trasatti.