278 \crii situazione dulia fortezza. Ma il malumore e la diffidenza tra gli abitanti ed i soldati, la nessuna speranza di soccorsi, l’imminente distruzione della città e la penuria, mi collocarono nell’impossibilità di lacerare quella capitolazione. D’ altronde io non ignorava che la mia resistenza sarebbe stata assecondata da pochi e non con troppo ardore. Il pubblico intelligente si sarà avveduto che quella capitolazione era opera della città : giacché non fu da me sottoscritta. Gli abitanti d’ altronde sapevano che in breve tempo poteva la città essere ridotta in cenere senz’ altro vantaggio che di protrarre di qualche giornp la resa. La capitolazione era abbastanza lauta, se non avesse portata quella macchia del capitolo XVII. Forse il nemico desiderò velare le condizioni favorevoli che accordava, lo nulla chiesi per me. Ciò che mi riguarda nella convenzione fu spontaneità della Deputazione. Tal è la genuina storia di fatto. L’imperiosità delle circostanze, le quali tutte cospiravano a non spingere invano agli estremi militari la resistenza, voleva dei riguardi per una città e guarnigione non tutta di soldati regolari, i quali non risparmiarono e F una e gli altri, stenti, e sagrifizii alla patria, inclusivamente i cannonieri piemontesi che resero segnalali servigli. 10 Agosto. ore 10 antim. Il Presidente del cessato Governo provvisorio ha testé ricevuta una lettera del Sig. Angelo Comello di Valentino, datata da Milano il 4 Agosto corrente alle ore 11 di sera, in cui, dopo i particolari del viaggio che ha fatto per giungere a quella Città, si leggono i ragguagli seguenti: Gli Austriaci in grosso numero, per l’ajuto avuto dalla Baviera, Wirtemberg e Holstein, percorrono gran parte della Lombardia e sono sotto le mura di Milano dalla parte di porta Romana e porta Tosa. Gran parte dell’esercito Piemontese protegge la città esternamente sotto il comando dei Duchi di Savoja e Genova. Oggi si sono battuti più volte c con vantaggio degl’italiani; gli Austriaci furono alquanto respinti con perdite gravissime, specialmente nella cavalleria Ungherese; i nostri s’impadronirono di cinque cannoni. Milano è animatissima, benissimo armata, lieta quasi di rinnovare forse le gloriose giornate di Marzo; già a quest’ora barricate si alzano da tutte le parti. I Piemontesi si sono battuti contro gli Austriaci anche sotto Cremona, ma sebbene la battaglia durasse accanita e piena di tratti di vero valore, pure hanno dovuto cedere, e fu allora che S. M. prevedendo, com’è di fatto, che gli Austriaci lasciassero da parte Crema, Bergamo e Brescia, si ritirò a proteggere Milano. Garibaldi sollevò tutte le popolazioni di Como, del Varese, della Bergamasca, le quali unite alla sua famosa legione, piomberanno sugli Austriaci da quella parte. Molti Piemontesi stanno per entrare in Lombardia, c