434 31 Agosto. (dalla Gazzetta) Il Corriere Mercantile pubblica i due indirizzi seguenti del prode battaglione veneto VItalia Libera: 20 agosto 1848, ore 3 o 4/2 del mattino. Genovesi ! 10 sto per salpare co\V Arno alla volta di Civitavecchia, o lasciare forse per sempre questa magnifica vostra città d’incantesimo. Col mio primo saluto, io intendeva ringraziarvi per la vostra sin. golare ospitalità. Ma contro ogni mia aspettativa voi avete fatto ancor più verso me pd il mio battaglione, soccorendoli con generose largizioni. Accogliete dunque un nuovo tributo della mia e sua vivissima gratitudine, ed accertatevi che, se le mie prime parole erano veramente sincere, non lo sono meno queste che vi ripeto, 11 vostro nome sarà in noi scolpito nel cuore, come lo sarà la grata memoria di quei tutti, che con tanta filantropia si dedicarono ad accumulare soccorsi, a sollievo di noi profughi e mendici vostri fratelli, e veri fratelli, quali ci onoriamo di esservi. Pel battaglione 4,° veneto l’Italia libera Il capitano comandante LUIGI MENEGHETTI, Fratelli Veneziani! Anche dopo la capitolazione di Treviso, noi siamo accorsi col nostro braccio dove maggiore si manifestava il bisogno di combattere per l’italiana indipendenza. E se gli ultimi tristissimi avvenimenti della nostra prediletta sorella Milano, a cui assistemmo, ci fecero riparare nella generosa Genova, non per questo il nostro pensiero si disgiungeva da voi. Ora voi siete gli unici, che in mezzo a tante sciagure potete cangiare lo sorti d'Italia; sappiale, come lo foste e siete tuttavia, mantenervi forti ed u che anche noi, col nostro piccolo battaglione dei 300 prodi Trivi.'."ioni, stiamo per imbarcarci e correre a dividere con voi quelle prolungate, si'rii, che ci attendessero. La v ia, che dobbiamo battere per ¡sfuggire dalle mani nemiche, è lunga e disastrosa; ma, mercè la generosità del genovese Governo, saluteremo fra non molto dalle sponde anconitane i veneti lidi. Possibile che colà giunti un nuovo legno non ci si olirà per portarci fra voi? ma se ciò pur non dev’essere, l’animo nostro non verrà mai meno, e sarà sempre lusingato dalla speranza che voi stessi manderete ad accogliere i vostri fratelli profughi per farli approdare sicuri alle opposte sponde delF Adriatico. "* Abbiatevi frattanto tutte le nostre più affettuose simpatie, e cordiali fratellevoli affezioni, e con esse la certezza che non desideriamo di far ritorno alla patria, se non che per provarvi che i rovesci, gli stenti e le