250 DEL mm qamiuo Alberto 7 Agosto. I COMMISSARII STRAORDINVRII DEL RE CARLO ALBERTO ¡NELLA CITTA’ E PROVINCIA DI VENEZIA Cittadini ! Chiamato dal vostro libero voto il Re CARLO ALBERTO vi accoglie e vi proclama eletta parte della sua grande rigenerata famiglia. Veneziani, il Re conosce, ama ed ammira questo popolo generoso che in tempi di universale servaggio fu il primo ad alzare in queste lagune un’ara alla libertà; che cresciuto a potenza d’impero e dominatore dei mari, salvò più volte l’Italia minacciata dai barbari; che alle arti, alle scienze e alle lettere diè splendido ed ospitale ricetto; che rifulse e rifulgerà nella storia al pari delie più celebrate nazioni; che lilialmente in questo gran moto della risorgente Italia si mostrò degno de’suoi famosi progenitori, rivendicando fortemente, sollecitamente la propria indipendenza. Il Re vi conosce e vi ama, e ricevendovi tra’ suoi figli, sente nel più vivo del cuore qual forza e quale splendore s’aggiunga all’unione Italiana, sola àncora di salute che assicuri il nostro valore contro alla forza numerica delle falangi nemiche. Veneziani! CARLO ALBERTO s’accingeva a versare per voi il proprio sangue e quello de’principi suoi figliuoli, primachè niun indizio trasparisse del magnanimo vostro concetto d’unirvi alla Monarchia costituzionale dell’Alta Italia da lui fondata. Immaginate con qual cuor vi riguardi ora che si confondono, nel vessillo comune della indipendenza Italiana, la Croce di Savoja col glorioso Leon di S. Marco ! Veneziani! le nazionalità non si ricostituiscono, e ricostituite, non si conservano senza dure prove, senza pericoli, senza sagrifizii. Chi ama la libertà, chi ama la patria, debb’esser disposto ad ogni cimento, sol che \iva libero, solo che vegga la patria indipendente. Chi misura l’estensione del sagrificio non è buon cittadino, non è buon Italiano. Mercè il valor vostro voi siete ora liberi. Questo bene supremo ninno ve lo potrà strappare se al valore continuerete ad aggiungere l’amo' dell’ordine, l’osservanza della legge e della disciplina senza le quali la libertà perisce. E noi, onorati dell’alla e difficile missione di reggere «>