50 Onorevoli non meno furono i patti della dedizione, a cui suprema necessità obbligò di scendere il prode vostro Comandante. Noi vi presentiamo gli elogi, vi presentiamo i ringraziamenti della Patria e del Governo per la valorosa vostra condotta : e questi elogi, questi ringraziamenti tanto più vi sono dovuti, quanto Voi non domandaste guiderdono alcuno, nè ambiste gradi ed onorificenze militari, ma solo, non volendo giacervi per avversità, tornaste sul campo dell’onore. La più bella ricompensa del soldato che combatte sotto il glorioso vesiillo della libertà sla nella slima dei concittadini e nella propria soddisfazione. Apprezzando giustamente i titoli che Voi avete all’ universale riconoscenza, noi non lasciamo di ricordare il sergente Antonio Dall'Ongaro, il quale mentre coll'usalo di lui coraggio dava opera ad importante fazione militare, fu tolto sventuratamente alla vita ed al vostro amore. Non passi dimenticato il nome del prode concittadino e compagno di armi, e il nobile vostro esempio, valorosi Volontarii veneti, voglia imitarsi da quegli Italiani che prestando una valida cooperazioue a vantaggio della nazionale indipendenza, intendono a confermare gli antichi vanti della Italica milizia, ad affrettare i giorni avventurosi della vittoria, ed a compiere il trionfo della patria redenzione. — Viva l’Italia! Cavedalis — Fontana — Milani. 4 5 Luglio. (dalla Gazzetta) IL GOMITATO PROVVISORIO DI GHI06GIA ALLA PRODE GUARNIGIONE DELLA CITTA’ li FORTI. La sera del 9 luglio 1848 durerà lungo tempo nella memoria del popolo di Chioggia. Bello spettacolo, in vero, e simbolo di concordia italiana, offersero i cento ufficiali delle diverse armi, in lieta adunanza raccolti nella piazza vescovile, con a capo il generale Sanfermo (il franco uomo dell’intelletto e del cuore); ivi, sotto quegli alberi, alParmonia della banda militare ed allo splendore di tante faci, libando alla felicità della patria, all’amore di Pio, all’onore di Carlo Alberto, re costituzionale! Bello quello« stringersi la mano di milite a milite; quei toccare de’nappi; quell’improvviso sguainar delle spade, giurando di combattere lo straniero, conculcatore profano della classica terra; di difendere la nazionalità; di vincere, o di morire ! Bello e tenerissimo quel benedire alla memoria dei martiri, Bandiera, Moro e troppi più altri; quello infiorare la tomba dei difensori caduti; quel fraterno augurarsi l’un l’altro mite, ma soprattutto onorata la sorte! Bello e italianissimo, in fine, quel dolorare sul procelloso cielo dell’illustre Partenope, onde più rispettabili e sacri sono per noi gli eletti, cui si fa colpa brandire il ferro per la grande unificazione! — Gli splendidi numeri, a cui un valente scioglieva il labbro in questa lingua degli angeli, resteranno, sia per l’altezza dei concetti, sia