89 teressc. Io ne ho venti (F innanzi agli ocelli di qncsti esseri peregrini, di queste celebrità sorte adesso, ed »so dire, che unite le rendite di tutti ^nti non si ha quanto basta per alimentare un picchetto di militi! Oh uesti signori hanno un bel gridare, che i ricchi non hanno dato quanto oteano; che Venezia può mantenersi anche isolata; che tutta Italia dovrà oncorrere a sostenerla; che da Venezia deve partire la voce per la Re-ubblica universale; che vi affluiranno le ricchezze di Oriente come una olla ; che vi faranno capo le nazioni del mondo; che diverrà come un empo la dominatrice dei Mari, la mediatrice fra le potenze, la meravi-lia del mondo intero! Oh questi signori ponno gridare, perchè quando l giorno del pericolo, dell’invasione o dell’eccidio fosse per approssi-arsi, se la daranno a gambe, e quando avranno posta in salvo la loro elle, avranno salvato tutto ! Fino a tanto che si tratterà di gridare, di aggirarsi come ossessi, di reclamare perchè gli altri paghino e si sacrifichino pel bene della patria; voi li troverete ovunque. Ma allorquando si patterà di presentarsi innanzi all’inimico, di concorrere colle sostanze Ila comune salvezza, voi gli rintraccierete invano. Tra i molti di questi ampioni della Repubblica di Venezia io ne conosco tre; due pomposi per gradi sotto la spirata Repubblica, l’altro ardimentoso per paroioni 11’Assemblea ; il primo fu tassato nell’ultimo prestito di lire 600, ed as-ordò la piazza di S. Marco di omei. 11 secondo di lire 2000, e per sot-rarsene non ebbe vergogna di produrre alla Commissione un fascio di iglietti del Monte di Pietà ed un fascicolo di note ipotecarie per farsi onoscerc quasi oberato, quantunque sia ricco, ed abbia una professione lucrosa. Il terzo di lire 200, ed ebbe l’impudenza d’interporre il ricorso, ad onta che percepisca dallo Stato lire 5400 all’anno; ecco un modello degli odierni repubblicani ! ! ! Oh la Gazzetta Veneta ha un bel dire che non si ricordino le cose passate, che non si censuri quel che fu fatto. Ma quando le cose passate hanno recata una ferita che mancia tult’ora sangue, quando i feritori vanno baldi e con mille mezzi cercano d’ingran-dirla raddoppiando i dolori; è un’ingiustizia di gridare il silenzio. Oh maschere! coprite pure la faccia col velo della libertà; fatevi usbergo dell’amor patrio e della carità cittadina, ma il lezzo delle vostre opera tramanderà tal puzzo da ammorbare l’umanità. Avv. MATTEI. 22 Luglio. GOVERNO PROVVISORIO DELLA VENEZIA, La Guardia Civica di Venezia che al 48 Marzo salvò il paese, che nel 22 Marzo fece la rivoluzione, che in principio della sua istituzione s> è mostrata tanto eroica, ha perduto in gran parte il suo spirito. E inutile allegar delle prove: il fatto è riconosciuto da tutti. A correggere il male, bisogna scendere alla radice. Lo spirito di qualunque corpo militare deriva dai capi: bisogna dui»-