7 Una sezione svizzera puntata dal tenente Guisoland, ferito gravissimamente da mitraglia sul viso. Porta S. Lucia il battaglione del Basso Reno. Artiglieria, tre pezzi svizzeri comandati dal tenente Descrre, rimpiazzati pei dopo uccisi e feriti parecchi cannonieri, e ferito il tenente. Da un pezzo d’artiglieria del munizioniere Raspi. Uno dell’ artiglieria di Bologna comandato dal tenente Atti. Al borgo Scrofa un pezzo indigeno del maresciallo Bagnotti. Quindi da due compagnie Svizzeri messe in riserva, comandate dai capitani Mayer e Yingartner. Porta S. Bortolo da due compagnie del 6.° fucilieri Melara, i quali si portarono veramente bene. Artiglieria un pezzo di Bologna. Dall’ obusiere diretto dal maresciallo d’ alloggio Capo Liseu, svizzero. Colle di Falmarana e Rotonda dal battaglione civico di Faenza. Battaglione universitario. Porta Monte in principio dalla compagnia Mosti, quindi disposta per la difesa del Monte. Da due compagnie della legione Gallieno. Una compagnia svizzera, capit. Smitt. Un distaccamento cacciatori indigeni, comandati dal tenente Broglio. Una sezione d’artiglieria indigeni, comandata dal tenente Lipari. Quindi una sezione svizzera, comandata dal tenente Mauri. La Porta Castello, occupata dal 1.° battaglione cacciatori indigeni, quindi spedili in parie a Porta Monte ove si distinse il tenente Broglio. Le posizioni alle porte della città furono con rinforzi annotali nelle suddescrilte tabelle, mantenute in modo ammirabile in tutti i punti, meno alla Porta Monte, perchè il nemico s’era impossessato delle falde del Colle Valmarana che la dominavano. A notare le azioni parziali di merito converrebbe ricordare pressoché tutti. A Porta Padova si spinse l’audacia a voler fare una uscila dopo aver respinta una colonna d’attacco, in cui fu moito il colonnello del 52.° reggimento di linea austriaco. Per mio discarico le unisco qui un sunto dei rapporti parziali dei corpi, al quale aggiungo le proposizioni di ricompense, che io credo più meritate, e atto a far maggior effetto morale sulle truppe. Ai Monti Berici solo si disputò il terreno a palmo a palmo, perchè si può dire che fu il solo punto^ su cui fu forza cedere. Dopo sei ore di fuoco continuo, cioè dalle l i alle 5 pomeridiane, la posizione del Casino Bericocoli, bersagliata di fronte e di sbieco, era stata forzata, e la ritirata si operava ordinatamente, quando, annunziatomi l’accaduto, mi portai personalmente a quella positura; e mentre ordinai al tenente colonnello Weber, del 4.° reggimento svizzero, di assalire alla baionetta la positura di fronte sulla strada che sale alla Madonna, io coi rimanenti Svizzeri tentai la positura sui Cedui che cuoprono le falde del Monte. Questa seconda parte dell’ attacco già era spinta vigorosamente in bersaglieri sino a circa i due terzi, quando i nostri, stanchi dal lungo combattere, trovarono la cima guarnita di fanteria in linea, che ferma, ordinala !i bersagliava d’alto in basso. L’attacco alla baionetta,