In questo frattempo, cioè due giorni dopo arrivò il capitano Canella, ■ spedito dal gen. Durando, il quale io aveva fatto prevenire del pericolo che correva; egli chiamava soccorso all’esercito, e disse tanto a me che a S. M., a cui lo diressi, che avrebbe tenuto cinque o sei giorni; disgrazia volle che a vece di cinque o sei giorni non tenne che uno*. In quanto a questo, signori, io credo che la gita del re, fatta poi con la massima precipitazione verso la bassa Verona e verso Legnago, cosi restò inutile, poiché Radelzky aveva già sopraffatto Durando, il nualej a quanto si dice non aveva obbedito a" miei ordini che gli prescrivevano di ricoverarsi a destra, mentre che Vicenza non sarebbe nello stesso modo salvala, e in conseguenza era meglio lasciarla, come era, in balia del nemico, e avere almeno il vantaggio di non neutralizzare per tre mesi novemila buoni uomini, di cui poteva disporre. In quanto a questo, credo di avere dato tutti i rischiarimenti possibili; in quanto poi alla ignoranza dei Generali, alla poca loro esperienza, signori, io posso dire, che certamente apprezzo il favore del popolo perchè il più sincero, perchè il più leale, ed apprezzo il favore del sovrano perchè da tre mesi imparai a conoscerlo per il più magnanimo, per il più rassegnato, per il più dedito alla causa dell’Italia; e 11011 curante nè de'suoi comodi, nè di qualunque onore; ma nè il favore dell’uno, nè il favore dell’ altro mi faranno sviare dalla verità che solo fa la mia eloquenza. Dirò che prima di partire per 1’ armata io stesso, su cui vedeva pur troppo che il magnanimo mio sovrano contava per la direzione della guerra, non che su di altri Generali, io gli feci per iscritto le rimostranze elie tutta la nostra esperienza sul campo di battaglia per quanto a me, non constava che da tre anni, come luogotenente d’ artiglieria a cavallo delle armate francesi; per quanto al comandante del primo corpo d’ armata, non consta che di due o tre anni di grado da capitano, abbandonato avendo l’armata francese all’età di 21 anno; che quanto al comandante del secondo corpo d’ armata non constava che di due anni di servizio come tenente negli usseri d’onore; che questo mi faceva dubitare che noi non avessimo, a malgrado di tutto il tempo che avevamo speso per imparare il nostro mestiere, ed a me particolarmente che come sette volte coprii la carica di capo dello stato maggiore generale, del campo d istruzione, dubitava, dico, di avere 1" esperienza necessaria a cui affidare il successo della nostra armata e l’indipendenza d’Italia. S. AI. nella prima volta che mi vide, mi disse che l’Italia doveva ■ar da sè, e che non accettava le proposte di un maresciallo francese, ¡»he io proponeva come valente a raddoppiare il valore della sua armata. Devo convenire, o signori, che con tutto questo, ho osservato che K. M. aveva ragione; perchè malgrado della poca esperienza di noi tre »rimi Generali, e malgrado di quel poco che egli sul campo poteva avere, fcerò seppe condurre Farinata in tal guisa da obbligare il nemico a proporre condizioni di pace, tali che mai negli annali di casa Savoia se ne Videro uguali. (Applausi.) In conseguenza io non posso che avere tutta la confidenza nel magnanimo nostro re, ne’suoi talenti medesimamente, perchè, oltre le relazioni che come ministro io mi aveva con lui, tutte le mattine alle ore A