369 Nel giorno 2 agosto, durante mi bombardamento eh" ebbe luogo dalle 4 alle 7 pom., udivasi echeggiare quelle rupi e quegli antri del grido di Viva l’Italia, accompaguato dal tuono delle nostre artiglierie. Ebbero i nemici 5 ufficiali e parecchi soldati posti fuori di combattimento; de’nostri nessuno è perito. Narrano dJuna infelice madre che, uscita il giorno 5 dal paese d’Osoppo con due figlie, per procurarsi del cibo, accostatasi ad un posto avanzalo, a cui veniva invitata, dopo aver vedute le figlie spogliate dal nemico, venne barbaramente trafitta. Due villici pure di que’ dintorni soggiacquero ai colpi di lucile delle scolte tedesche. Sta fermo ancora, e starà quel forte baluardo della indipendenza italiana nel Veneto. Una lettera di que’ valorosi difensori si esprime così : « Il vessillo inalberato, ed a noi affidato, rimane puro ed, immacolato, come il dì che con l’ultimo bacio benedetto ci lasciaste orfani, piangenti e sconsolali per la vostra pai-lenza . . . Oh! quel bacio era ben eloquente; esprimeva tutta l’importanza d’un vostro volere, tutta la solennità del nostro giuramento. Noi stiamo attendendo qui il nuovo bacio, pegno della vostra soddisfazione. » i9 Agosto. {dalla Gazzetta) Novara 10 agosto. L’ esercito trovasi disposto lungo il Ticino, fra Romentino, Cerano, Galliate e Cassolo, fino alla Cava, presso Pavia. A Trecate sono i reggimenti lombardi. Del resto, qui siamo oppressi dalla esorbitanza delle domande: in tanta vicinanza di Vigevano, anche di Vercelli, città molto più popolose, abbiamo in certi giorni dovuto fornir noi soli lino a 59,000 razioni di pane, vino, carne, riso. Non c'è ordine nemmeno adesso; capisco anch’io che in faccia al nemico si perdeva la bussola! 49 Agosto. (dalla Gazzella) NOTIZIE DELLA COLONNA GARIBALDI. ------ Castelletto sopra Ticino 10 ugoslo. Partimmo da Bergamo (non so bene se fosse il 1.° o il 2.° giorno d’agosto) perchè una forle colonna di Austriaci minacciava di venirci addosso, e ci dirigemmo a Merate, ove passammo la notte, sentendo alla distanza di quasi otto miglia il cannone che fulminava alla pianura verso Milano. Il domani partimmo per Monza, distante dieci miglia, donde, appena riposati alquanto, dovemmo ritirarci, stando in completo ordine di battaglia, perchè eravamo minacciati dalla cavalleria nemica che c’ inseguiva, e non facemmo alto che ad uu villaggio distante otto miglia da Como, dove potemmo dormire sulla nuda terra, dopo 40 miglia di carn-T. III. 24