6 Agosto. LETTERA V. 230 aa> mnà //. S. Em. Il Cardinale BARUFFI. Milano, 31 Marzo 1848. »5 Benedite, o gran Dio, l’Italia « avea detto Pio IX ; e veramente può dirsi un omaggio al gran nome di lui la virtù religiosa che governò tutta la rivoluzione di Milano. La necessaria alleanza della religione eolia libertà in nessun luogo era stata proclamata più altamente, più costantemente che nella patria di Manzoni ; ma al terreno preparato e al sema sparso mancava il sole sviluppatore. E fu Pio IX. Adulatori non può aver egli, ma entusiasti ; e spesso questi svisano le più serene sembianze in modo, Ja più non riconoscerle. Chi dunque lo rappresentò come un Giulio II, con corazza e sproni accinto a snidar i Barbari d’Italia; chi un Gregorio VII, chiamante i re lontani al piede del suo sgabello da pescatore; chi un Ganganelli, disposto a sagrificare all’opi-uioile i diritti della Santa Sede ; chi un Alessandro III, capo della Lega Lombarda. — Nulla di ciò: vostra eminenza me l’ha ripetuto; Pio IX è il pontefice di retta volontà, e » 1 eroe della bontà e della riconciliazione; che mostrò quanto innanzi si possa procedere per le vie consacrate, e che piantò la croce alla testa dell’incivilimento « (1). 11 ripristinamento della morale nella politica, da lui proclamato e attuato, parve arte nuova, arte potentissima nel tempo che gabinetti ed eserciti, storici e statisti, riducono il mondo a calcolo di forze, computo di bajonette, teorie di tattica o d’amministrazione, moltiplicità di tasse, di dogane, di debiti, di sgherri, di spie. Tutti questi sono cose da re; la bontà, la morale sono cose di popoli; e perciò il nome di Pio IX divenne un simbolo da un capo all’ altro d’Europa. Dell’applauso universale al simbolo della bontà, della morale, chi si sgomentò? I Austiia : 1’ Austria sola. La Russia, incubo della Polonia, e che dovea sentire rifluir la vita nelle vene di questa, venne ad accordi con Pio IX ; a Pio IX inviò ambascierie e doni il Turco; il Nilo risonò d’applausi a Pio; e Portogallo e Spagna, che, per gli eccessi non rari ai primi moti rivoluzionarj, s’ erano nimicate le sante chiavi, si riconciliarono con Pio IX, e a ginocchi chiesero di nuovo la interdetta benedizione. Fin I Inghilterra, che piantò la sua grandezza sul distacco da Roma e la dinastia presente sull odio ai pontefici; l’Inghilterra, che ogni anno sul monumento d’una sognala congiura trascina a bruciare un fantoccio fra le grida di maledetto il papa, riconcilia la sua forza colla debolezza del sacerdote; e fra i tributi di 8o milioni d’indiani, e gli omaggi di altrettanti Europei, soffoca la secolare intollerauza per rannodare le diplomatiche relazioni coll’esecrato Vaticano. Chi invece s’adombra, chi rifugge e minaccia? L’Austria. Tutto era pace, se non •o quanto rompevano il silenzio le grida di viva Pio IX; e gli eserciti che aveano spento a Cracovia 1’ ultimo resto dell’ indipendenza polacca, occupavano una città del Papa. Stolta! Napoleone, il gran prepotente, avea detto: j; Trattate col papa come avesse 200,000 soldati « ; e Pio IX egli solo è terribile come oste schierata in campo. Armò egli forse? non ha eserciti. Protestò: protestò contro la forza brutale che assaliva la bontà inerme. Potenza della morale ! Dagli Urali alla Sierra Morena, dall’Eino I Ecla echeggiava quetla protesta ; e da quel giorno veramente può dirsi iniziato il usorgimento italiano. Non v’ era ancor movimento ; non s’ era cercato armi ; non con-8‘urato, neppur cospirato. Tutto però sentivamo avvicinarsi un’era nuova, l’era della borale surrogata alla forza. Chi mai poteva opporsele ? 1 governi paterni non opprimono **si forse in nome della morale, della conservazione, del buon diritto antico? Pertanto a »orale, sfavillando dal Vaticano, pioverà di cosa in cosa, come la luce, insensibile ( (•) Queste frasi io proferiva uella sala del gran consiglio di Venezia al cospetto di 4ooo ascol-'jri e del viceré e suoi. A quel gran nome erano elevati applausi inesprimibili , e tie traeva onta ' ,spetlo ¡| viceré,' che a me nè faceva gravissima colpa, e m’infliggeva un castigo degno di lui.