258 Dui Russi fu sussidiala la Confederazione degli siali Germanici; dni Francesi 1’America, dagl’inglesi la Spagna. INon perdasi dunque lenipo, finché ne resta, onde non sia duramente rinfacciato, che per non aver fatto a tempo ciò che si doveva, fummo sagrilicati, avendo troppo lardi provocato quel rimedio, che poteva solamente procurare la uoslra liberazione piena. Dovremo sottostare ad ingenti pesi, ma non mancherà il mezzo di costituire un debito nazionale con una potenza forte, come la Francia, e fornita di materiali di guerra. Quando avremo pensato al mantenimento dell’ armata, avremo al momento provveduto a ciò eli’ è d’ urgenza. Colla guerra, avviandosi la nostra redenzione, e colla cacciata-degli Austriaci, ridotti tulli Italiani liberi, faremo il resto, e tributeremo poi riconoscenza a coloro che ci hanno aiutalo, non lasciando di gridare poi soccorso alia Polonia oppressa. Noi abbiamo 1111 Porto libero, noi possiamo offrire un asilo a navi ed armati, noi possiamo divenire, quale baluardo inespugnabile, il più sicuro nucleo d’ una Italia libera ed unita. Concludiamo dunque pel soccorso francese* Sia eletta dal Governo una Commissione di cinque cittadini scelti fra tulle le condizioni social), di proclamati, conosciuti principii liberali, e di piena attitudine a sostenere l’incarico, che ad essa fosse demandalo, e formi parie di questa un Membro del Governo Provvisorio attuale, lu cui opinioni sieno del pari scevre da altri differenti principii, e sia questa la Rappresentanza mandataria, autorizzata regolarmente a chiedere l’assistenza della Repubblica Franeese, con quella dignità, che on-ori il mittente Governo, e la Francia, a cui si rivòlge, al line dj determinare il pronto invio d’ un’ armata francese, valevole a compiere la cacciata degli Austriaci, dai quali siamo oppressi ogn’ ora più. Franco ed ingenuo sia il quadro della nostra condizione, delle armate amiche senza ombra di diplomazia defatigante. Facciamoci forti di quanto ebbe a determinare 1’ Assemblea costituente, pronunciando, V affrancamento ci' Italia, e di tutto quello eh’ ebbero a dichiarare il Ministro Lamartine, il Ministro Bastide testé, e sia questa la vera tavola del nostro vero salvamento. Patteggiamo, e patteggiamo chiaramente pria che le condizioni d’Italia e le nostre sieno tali, che i Francesi mettano il piede in Italia senza essere chiamati, ond’ evitare le conseguenze di tutti quelli, che troppo tardi pensando alla propria situazione, ponilo formare del liberatore un protettore interessalo. Patteggiamo sul soccorso, ripeto, colle debite garanzie per la salvezza nostra, per la manutenzione della nazionalità, per la libertà, clic si riconquista al gran fine dell’indipendenza Italiana, resa possibile e pronta dalla Venezia che cautamente vorrebbe gettarsi fra le braccia Francesi, attesa la insufficienza de’mezzi di Carlo Alberto. Non lasciate però, in pari tempo, uomini di Governo, di provocare quei possibili concerti, che pouuo essere comuni a tutti coloro che aspirano allo stesso scopo, di divenire cioè uno, 0 più Stati, rappresentanti la Nazione Italiana unita, redenta, libera ed alleala della Francia Repubblicana.