472 34 Luglio. (dalla Gazzetta) Il nostro corrispondente di Parigi ci scrive quanto segue, in data del 22 luglio: » Il Moniteur pubblica questa mattina una notizia di somma gravità; cioè l’invasione del territorio ferrarese da parte delle truppe austriache, e la protesta del Papa contro tal infrazione della neutralità degli stati ponlilicii. » Dicesi che, al ricevere di tale notizia, il sig. Giulio Bastide, ministro degli affari esterni, abbia adunato iersera il Consiglio dei ministri; ed essere stato deciso che l’esercito delle Alpi venga immediatamente riorganizzato, ed una protesta spedita a Vienna, in nome della Francia, per sostener quella di Pio IX. In conseguenza, il generale di Lamoricière, ministro della guerra, ha spedito a parecchi reggimenti l’ordine d’avviarsi verso Grenoble, per surrogar quelli, che furono chiamati a far parie dei campi piantati intorno a Parigi. » Non si può negare che le truppe austriache abbiano fatto, da un mese, progressi inquietanti nel Lombardo-Veneto, ed è dubbioso che il re Carlo Alberto, a malgrado della sua energia e del suo valore, riesca, senza il soccorso della Francia, a scacciarli d’Italia. In tal caso, un intervento francese diverrebbe indispensabile, e la guerra sarebbe dichiarata tra la Francia e l’Austria. » Si annunzia pure, che, in conseguenza degli avvenimenti d’Italia, sta per essere istituita una nuova sta/ione navale, col nome di Stazione dell' Adriatico. » Parecchi ulfiziali del genio chiesero ed ottennero dal governo francese la permissione di militare nelFesercito di Carlo Alberto. « 34 Luglio. (dalla Gazzetta) MILANO 27 LUGLIO. Nel Grenzboten del 47 luglio (giornale di Lipsia) si legge, sotto il titolo: L’avvenire dell’Austria, lettera al ministro di stato barone Pii-lersdorf, il seguente brano, il quale destò particolarmente la nostra at-tenzione : Io prescindo dall’ Italia ; infatti, io penso che il ministero di lei non troverà opportuna la politica di dominare VItalia, che fu quella degli Hohenslauffen ; poiché è palese che, nello stato presente di nazionale sviluppo, l'Italia apparterrà all’Justria ben più e più, strettamente, se viene lasciata politicamente indipendente, di quello sia soggetta. To-stochè la Lombardia e la Venezia saranno abbandonate a sé medesime, l’Italia patirà d’ una debolezza ben più pericolosa di qualsivoglia paese, che combattè per una rivoluzione. Il partito repubblicano, mosso adesso per la guerra coll’ Austria, tenterà poi lutto per aprirsi la strada, e così Pio IX come Carlo Alberto si vedranno costretti a cercare aiuto dallo parte che offesero. Fin qui il testo. Le lezioni, da qualunque parte esse vengano, possono riuscir profit* tevoli; non è a guardarsi se la mano che le presenta sia amica o con-