355 rochi ed ai cittadini parrocchiani la più sentita riconoscenza, ed attenderà la Commissione un cenno di riscontro per reudere subito inteso lo stessa Governo, a farne giusta onorevole menzione nei pubblici fogli. Dalla Commissione per l’acquartieramento delle truppe ed allestimento degli spedali militari. Venezia, il 46 agosto 1848. (Seguono le aottoscrizioni.) 48 Agosto. (dalla Gazzetta) Si è già parlato dell' interesse che hanno la Francia e l’Inghilterra di comporre la questione austro-italiana in modo che sia assicurata nl-l’Italia la sua indipendenza. La mediazione potrebbe preferirsi all’ intervento armato, ove la diplomazia si mettesse a favorire la causa dei popoli, facendo uno dei primi atti imposti dai nuovo diritto pubblico, che si sta preparando in Europa. In caso contrario, l’intervento procederebbe assai meglio all’ onor nostro ed alla causa della nazionalità e dell’ indi-pendenza. Ma, vogliasi 1’una o l’altro, crediamo che ognuno sarà facilmente persuaso come la conservazione di Venezia non solo risparmi! all’Italia, almeno per metà, quei sacrilizii, cui dovrebbe soggiacere in forza di una mediazione per la pace, o quei disastri, ai quali fatalmente la esporrebbe la guerra coll’intervento; ma in ambedue le ipotesi salvi l’indipendenza italiana. I giornali di Francia e d’Inghilterra non sono troppo d’accordo intorno alle basi, sulle quali può rendersi possibile la pacificazione. Nou dubitiamo che quelle, che saranuo per porre le due potenze mediatrici, non siano tali da assicurare l’assoluta nostra indipendenza dall’Austria. Ma se, come ci si vuol far credere, il sig. Schnitzer, inviato austriaco, ritorna adesso al gabinetto di Londra, dopo i favorevoli risultamenti della guerra per parte dell’ Austria, colle stesse proposizioni rifiutate or sono due mesi, che cosa dee far desistere l’Inghilterra dall’offrirsi a mediatrice a quelle condizioni ? Certamente, se altro non fosse, il fatto del nou essere Venezia in possesso dell’ imperatore. Le condizioni delle quali parliamo sono infatti l’abbandono all’Austriaco di quella parte d’Italia, cho sta a levante dell’ Adige. Ora, come si potrebbe arrischiar l’Inghilterra di concorrere colla Francia a sottoscrivere un protocollo, in cui, rinnovandosi il trattato di Campoformio, dovrebbe apparire, o che il re di Sardegna cedesse vilmente la città di Venezia, ammesso che la fusione avessa ottenuto e conservato il suo effetto, o che la Francia e l’Inghilterra di* sponessero contro ogni diritto di una città libera e padrona di sè, se si volesse considerare aver Venezia acquistata la sua primitiva autonomia? Che quelle potenze vogliano macchiarsi in faccia all’Europa di tanta iniquità, noi crediamo, e molto meno la Francia vorrebbe inaugurare la gloriosa era del suo maggiore incivilimento, concorrendo ad un alto politico di tanta ignominia. La Francia non avrebbe su chi rigettare tal colpa, ella, eh’ebbe sempre tanto pudore per farsi scudo dei troni a respingere s*mili accuse. Ma se, per contrario, Venezia fosse occupata dall’ Austriaco,