452 » sammo far meglio trattenendoci qui, perchè F opera nostra può essere » più pronta al non lontano momento di una nuova liberazione. » Noi abbiamo più che mai a lodarci della nostra risoluzione, anche » perchè tutti i profughi vengono tacciati di essere fuggiti per paura, » e di avere, per salvare sè stessi, infamato, colle proteste fatte al di » fuori e colle loro giustificazioni, il proprio paese. — Tornate, tornate; » ma quelli che hanno scritto il poco caritatevole articolo 8 maggio » 1848, inserito nella Patria, si apparecchino ad udire i rimbrotti dei * loro concittadini. « Ecco in qual modo s’insultano, s’infamano, e pubblicamente si calunniano tutti quelli, che vanno ramingando per le terre d’Italia dal di che 1’ esoso Austriaco tornava a contristare il loro paese natio ; tutti quelli i quali sdegnarono venire a patti col nemico, ed accettare 1’ umiliante perdono offerto dai satelliti della straniera tirannide. — E quelli che per una idea, per una opinione lasciarono ogni cosa diletta più caramente, e fecero sull’ altare della patria il sacrifizio di tutti i loro materiali interessi, non sono vili. Animati da un sentimento di generoso patriottismo, non vollero vedere, che loro non bastava F animo, tante orde dei Croati contaminare colla loro presenza una città italiana, che le aveva valorosamente combattute. Non vollero rimanere testimonii di tanti arbitrii, di tante ingiustizie, e coll’ abbandonare il proprio paese, dopo averlo indarno difeso protestarono dignitosamente contro la (orza brutale, contro gli accanili nemici dell’ indipendenza Italiana. — Diffidare delle promesse austriache è virtù, non delitto. ■■— Stolto chi si lascia prendere alle lusinghe dell’ Austria rigenerata ! I profughi non hanno, nè ebbero paura. Liberi di rimanere 0 di andarsene, scelsero quest’ ultimo partito. — La storia, imparziale dispensiera di biasimo e di lode, li giudicherà — quella storia, che nelle sue pagine racchiude tanti esempi di patriottismo, e gli olfre alla imitazione dei posteri. — Le deportazioni in Germania, il carcere di Spielberg, la forca austriaca, non avrebbero potuto, nè possono mettere spavento negli emigrati. — Temono ben essi più le chiavi di ciambellano e le croci, perchè udirono da un magistrato nel passato gennaio ripetere : « Cogli onori affezionarsi il governo i nobili; col bastone tener soggetto « il popolo minuto. » La guerra, che l’Austria ci muove colle armi ed in campo aperto, non è meno ostinata dell’ aitra, che i segreti suoi agenti conducono, servendosi di tutti i mezzi più iniqui, e tentando perdere nella opinione del pubblico quelli, che più meritarono della santa causa Italiana. La eroica Milano istituiva un Comitato per soccorrere ai profughi veneti, cui rese onore e giustizia (*). — Imparino da Milano i dettratori e 1 maligni a venerare l’infortunio, a non irridere con satanica ironia quei concittadini, quei fratelli, che anelano il momento di correre a far libera la terra, ove nacquero, dall’insolente straniero, ed a rialzarvi la tricolore bandiera, francheggiati dalla spada vincitrice del magnanimo capitano d’Italia. (*) Una Commissione apposita onde provvedere a! bisogni do’ profughi venn* pure istituita a Venezia.