256 che, con certezza di pronto risullamento , e quale le crescenti devasta-zioni vogliono che debba avvenire. Se dopo settantacinque e più giorni di Piemontese intervento con truppe fresche, animate bellicamente, contro le truppe Austriache, demoralizzate, fuggenti, tutte invase da timor panico, e mentre noi dominavamo tutte le Provincie, senza che le fortezze potessero dirsi vigorosamente guernite dagli Austriaci, non ottennero queste truppe nostre alleate ed amiche de’luminosi effetti, è ben conseguente il ritenere, che a poco importano oggi le dedizioni delle Provincie al Piemonte, perchè implicano in sè una dedicazione a chi non ha forza di proteggerle, e a chi, essendo egualmente minacciato, urtando infelicemente, può far cadere nel vuoto il protettorato e il protetto. Aggiungiamo, che le armate del valoroso Carlo Alberto non sono oggi quelle numerose di prima, per essere state scemate dalle sorti dei combattimenti, e che noi non avremmo ad oppone agli Austriaci, che minori forze del principio della guerra, attesa la parie de’ territorii già perduti. La ragione adunque d’invocare il soccorso de’Francesi non cessa, nuche ritenuta la nostra fusione immediata col Piemonte, ed è poi ragionevole e cauto non immorare, se si rifletta, che, quando al valor di più spade si dovesse pure il compimento della nostra finale redenzione, sarebbe più difficile ad una sola di costituirsi dominatrice, a titolo esclusivo. Che se Venezia altronde restò senza l’appoggio delle Provincie, che da lei si divisero, per darsi a Carlo Alberto, e s’egli è probabile, clic lo altre sarauno occupate dagli oppressori Austriaci, la necessità del soccorso della Francia diviene sempre più palese ed evidente. È certo, che in tal guisa Venezia potrebbe divenire il Palladio (lolle libertà Italiane, perchè coll’aiuto Francese non mancherebbe di riuscire vittoriosa nella lotta, e di ottenerne ouore e riconoscenza dalle Provincie sorelle; ma egli è pur conseguente che sarebbe sottoposta a de'pesi imponenti e superiori alle sue forze, se si prolungassero le condizioni di tale isolamento. Essa potrà calcolare sul patriottismo de’Veneti, ma questo non badi a prestabilire la sicurezza, che, senza un soccorso, possa sostenerjì i sè, e fino a tanto che può durare la invasione Austriaca, la quale piò essere lunga. Intanto il lavoro mancherà agli operai, agli artisti, ai professionisti' Alle mediocrità mancheranno le risorse ordinarie. Il commercio esteso e di dettaglio non avrà quel corso attivo, necessario per dare al paese proficuità. I ricchi, dopo che avranno sagrificato parte del loro peculio, de’loro averi, saranno spinti a lasciare i loro palazzi, i loro domicili, e forse potranno fuggire un centro di durezze e di aggravi. Non illudiamoci, sono queste le supposizioni dei veggenti. I poveri, sulle prime soccorsi, indarno reclameranno l’aita dei potenti, impossibilitati di prestarsi a più cruenti sagrifizii. Ecco quindi m,n schiera maggiore di malcontenti. Ammettiamo, che i generi di prima necessità, se il mare è aperto.