159 naccialo da un’armata austriaca; e parli la sera stessa per Treviso, ove senza perdila di tempo riuni lutto ciò che potè avere alle mani per volare al soccorso di Udine e di Palmanova. Infatti egli fece partire immediatamente il 20 aprile per quella desìi-nazione i corpi che soli si trovavano disponibili a Treviso, consistenti in un battaglione di soldati Italiani già in servizio dell’Austria, detto il battaglione di Treviso, comandato dal Maggiore Galateo, ed un ammasso di corpi franchi sotto gli ordini del Colonnello conte Grilti: dovette però «gli trattenersi a Treviso fino all’arrivo del 1.° corpo dei volonlarii Pon-tilicii comandati dal Colonnello Ferrari. Il sabbato (22) egli arrivò di notte a Pordenone, ove gli pervenne la nuova della capitolazione di Udine e dell'intenzione del nemico di passare il Tagliamento con uri corpo di 5 a G mila uomini. Essendosi portato il 23 dall’altra parte del Tagliamento verso Co-droipo, vi trovò una quantità di fuggitivi militari e civili che arrivavano disordinatamente da Udine e annunciavano l’avvicinarsi del nemico al quale (“gli non poteva opporre che circa mille uomini, metà soldati di linea ancor vestiti all’austriaca e tutti preoccupati dal timore di essere fucilali come disertori se fossero caduti nelle mani dei nemici; l’altra metà com-l'osta di crociati senz’ordine, senza disciplina, senza istruzione, un gran numero senz’armi a fuoco o armati di fucili inciti ad un lungo servizio (alcuni senza pietra e persino senza cane). Infine egli non avea con sò nè un artigliere nè un soldato di cavalleria. Tutta la sua cavalleria consisteva in 44 giovani volontarii di Treviso pieni di ardore, che lo seguirono da questa città e costituirono un piccolo corpo di guide che gli fu utilissimo. Neppur aveva un cavallo per sè e pe’suoi aiutanti di campo, attesa la precipitazione con la quale egli aveva dovuto partire da Venezia e da Treviso. In questo stato di cose egli non esitò a ripiegarsi da Codroipo sulla 'iva destra del Tagliamento, e nella giornata istessa del 25, giorno di Pasqua, 1 immenso ponte sopra questo fiume fu abbruciato in due luoghi dove il corso dell’acqua è più considerabile, come lo fu un immenso magazzino di legnami posto sulla riva sinistra e dovutosi egualmente sa-gnficare; non volendo fare un guasto inutile egli non giudicò a proposilo distruggere il ponte sulla Meduna, opera, d’arte distinta, e rientrò la sera con la sua truppa a Pordenone. La giornata del 24 si passò a Pordenone, sia per conoscere le intenzioni del nemico, i distaccamenti del quale vedevansi percorrere l’allra u'a del Tagliamento e riconoscere i guadi, sia per ¡scoprire lo stalo "'orale della truppa e degli abitanti poco disposti ad una resistenza; di camera che nella notte del 24 al 25 la piccola colonna veneziana fu diretta verso Sacile dove arrivò avanti giorno nel miglior ordine. Da Sacile, il Generale scrisse a Treviso ordinando al Colonnello Fer-J'ar>, che vi era lino dal giorno 22, di portarsi immediatamente col suo ’^taglione del Sennio, forte di 600 uomini e più, a Narvesa, ed al Co-anello Zambeccari di prendere con 450 cacciatori dell’alto Reno, posinone a Barbarano presso il passo di Piave, per occupare i due punti (l’,rem* e più importanti della linea di difesa o di sorveglianza sulla riva ra del Piave ch’egli pensava di dover tenere almeno per qualche giorno.