I 273 ueppur supporre capace di passare a tanta misura, senza riportarne il previo assenso dei principi e dei popoli che com’essa combattevano pella indipendenza italiana. E tuttociò perchè allora accarezzavamo l’idea che l’Italia, come disse il magnanimo nostro principe, farebbe da sè — combatterebbe e vincerebbe da sola il nemico comune. Nè ci spaventi la defezione di Napoli perchè mai ci siamo fidali delle promesse del Borbone, abbenchè i paroioni e lo sfoggiato entusiasmo degli ufficiali della sua flotta fossero tali da invitarci a prestar loro credenza. Ma noi riposavamo sicuri sull’italianismo del Pontefice, sui generosi sentimenti manifestati dal granduca Leopoldo, e credevamo che il Governo di Lombardia, non imitando il nostro, procedesse ad energiche e sapienti misure. Quandoché il Pontefice, che primo inaugurava le nostre libertà, mancò a se stesso — ; Leopoldo in onta al suo magnanimo popolo, circuito forse da un fiacco ministero, si ricorda ancora d’intitolarsi Arciduca —; il Governo di Lombardia sonnecchiò in una sconsiderata fidanza, e 1’ invitto Piemonte stette solo in campo contro il formidabile nemico. La lotta era troppo ineguale — era uno stato di cinque milioni di uomini che si cimentava con scarsi sussidii contro un impero di trenta-cinque; pure tenne il campo coprendosi di gloria, e non cedette che affranto dalle fatiche, indebolito dalla defezione, scosso dai tradimenti, vinto dalla fame. Ma il Piemonte ha dato tutto quello che dare poteva — solo non può più sostenere la lotta. Ed è dubbio assai che anche con lo sforzo supremo di Lombardia e co’grandi aiuti che pur potrebbero dare Toscana e Roma si potesse vincere la guerra d’indipendenza. Ora quindi ci conviene tendere la mano alla Francia, ed invocarne l’aiuto delle sue armi. — Ma potrà essa intervenire, la Francia, armata in Italia? Per poter decidere tale questione con qualche sicurezza di cogliere nel segno, è mestieri giltare lo sguardo sull’ Europa. La Russia, in atteggio formidabile sta ai confini dell’Austria e della Prussia — ma non può essere suo interesse il fare la guerra in Germania od alleata o nemica di questa, perchè vincitrice o vinta coglierebbe per frutto lo spirito di propaganda che non potrebbe fare a meno, in tanto moto europeo, d’invadere le sue legioni. E poi la Russia, abbenchè federata dell’Austria l’avrebbe contro di sè la Germania sempre timorosa del suo ingrandimento, e delle assolutistiche sue idee. — L’Ungheria che stava per staccarsi affatto dall’Austria si riaccomodò con quella perchè 1 elemento slavo in lotta coll’elemento magliaro minacciava la sua esistenza politica — ma in una guerra col capo dello slavismo non potrebbe 'edere che la sua ruina, se dovesse con quello collegarsi. — La Prussia cui sfuggì di mano la supremazia della Germania che ambiva da sì lungo tempo, non può che stare contro l’Austria, se pur vuole un giorno, co-llle è probabile, soverchiarla — se vuole mantenere vivo il sentimento di nazionalità che si è sviluppato in Germania, e che fu profondamente fei'ito nella questione Schleswig-IIolstein. I principati danubiani troppo soggetti all’influenza russa stanno per T. hi. 4 8