401 non una mossa del nemico. Da Porta Romana viene in città la voce clic un generale piemontese s’ era recato al campo di Radetzky. lo vado con un amico alle stanze dei Triumviri — divenuti già da due giorni un potere secondario esecutore degli ordini del re, e nulla più s Ne trovo uno: Dunque? gli dico a Dunque ss mi risponde ss L’infame ha capitolato. » Scendo sulla via, vado verso la casa, ove il re era alloggiato : 1111 ufficiale diceva in un crocchio — La Capitolazione era già firmata prima eh* Egli venisse a Milano — Imbecilli! era già pattuita prima che l’uomo del Trocadero cominciasse il simulacro della^ guerra : e non vollero crederlo ! — Scusa la digressione. » Sotto alla casa del re il popolo già si agglomerava fremente : appaiono le sue carrozze e i suoi forgoni che uscendo dal palazzo s'avviano alla porta verso Piemonte. Allora il sordo fremito si cangia in un ruggito di rabbia: il popolo impreca in mille guise al vile traditore che poche ore prima aveva giurato di seppellirsi co’ suoi figli sotto le ruine della città. La lingua non ha espressioni per dipingerti l’ira e la disperazione del popolo. Chi non ha veduto quel passaggio d’una immensa città dalla speranza d’ una gloriosa diffesa alla disperata certezza dell’abbandono e del tradimento, 11011 può farsene un’ idea. La Capitolazione dava poche ore a chi voleva mettersi in salvo. Non si pensò più che alla fuga: militi, soldati, guardie civiche, cittadini, donne, fanciulli, abbandonando case, averi, si rovesciarono fuori le porte della città: tutte le vie che menano al Piemonte, alle Alpi, furono ingombre d’una interminata processione di fuggitivi. 1 primi a portar la notizia della capitolazione nelle contrade lontane furono massacrati dalla truppa piemontese quali calunniatori del re, agenti dell’Austria. » Si salvi chi può fu il grido universale. Le lacrime sul volto dei più risoluti, urli, bestemmie.....Dio mio, che scene d’orrore! il cuore mi si stringe ancora a pensarle. Qualche centinaio di popolani arrestò il re: egli pianse, promise di bel nuovo di rimanere e volere spargere il sangue per la difesa di Milano — ma che ? Non era più tempo — venula la notte, fuggì in mezzo ai suoi pretoriani, già predisposti con arte a lisguardar Milano come città nemica. Ed ora? » Ora i poveri Lombardi fuggono dal Piemonte, dove (tu noi crederai) trovarono insulti e maledizioni. Così acquistarono la dolorosa certezza che quella malaugurata fusione ha elevato una barriera d’odii municipali fra il Piemonte ed il resto d’Italia............. * Bisognava pure appoggiare a qualche ragione plausibile 1’ abbandono dell’infelice città: quindi fu pubblicato che la capitolazione era resa necessaria da mancanza di munizioni, di danaro, e di viveri. Infame menzogna che fa saiire il fiele alla bocca ! Di munizioni erano pieni cinque palazzi oltre il castello: i viveri non si sapea più dove metterli: dieci porte della città erano tuttora aperte, chè il Tedesco con soli 40,000 uomini, e neppure ne aveva tanti, non poteva chiuderle tutte: denari n’è rimasto qualche milione agli Austriaci! E la cassa deH’armala era in Piemonte da tre giorni! » Così di questa iniqua farsa fosse aperto un processo per chiarire al mondo la verità! E Roma dovrebbe farlo.... T. m. 26