238 alzavasi di poi, e dicendo che quegli erano starnuti del cannone, esclamava w Saluta «, Affaccendavansi le donne a raccor dalla via panieri di ciottoli, che portavano sulle finestre dicendo: » Son i fiori che spargeremo sulle teste di legno: intanto a voi ecco questi confetti u: e ai combattenti spargevano manciate di palle, allestite alla meglio in ciascuna casa, e di cartuccie chi avesse avuto la fortuna di posseder un poco di polvere. E qualche madre volgare, per achetar bambini piagnuecolanti, diceva : » Taci, sta buono, che ti menerò ad accoppare i Croati u. Presso il General Comando, vi si trovò una quantità di arredi donneschi, giacché molte Tedesche si grano ricoverate colà; e cagnolini e papagalli ; e gli eroi se ne fa-ceano trofei, ridendo, cuculiando. Ivi trovarono una mensa lautamente imbandita; e quei cibi, e quelle bottiglie furono un ristoro e una gioia ai combattenti, i quali diffondeano la serenità dove talora gli animi chinassero allo scoraggiamento. E di letizia erano molti dei molti che si scriveano sulle pareti : e alla caserma del Genio sventola ancora la bandiera col motto giulivo: Vìncere e vivere. Compiuta poi la liberazione di Milano, fu una gran gara d’opere di carità. Ire e rancori molti si spensero nella comunanza de’pericoli o nell’esultanza del trionfo. In ogni casa si lavora a far filaccie e bende, tanto che soverchiarono al bisogno. Bisognerebbe penetrar negli ospedali per vedere, per udire i feriti, cogli occhi sfavillanti di giubilo anche in mezzo ai patimenti, e le bocche ridondanti di motti. Un operajo avea tocco tre ferite, e levatosi in braccio un suo bambino, lo sporgeva verso i Croati dicendo: » Risparmiate almen questo u: e i Croati gli tirarono un’altra fucilata, di eui cadde. Si strascinò all'ospedale, ove ripete. j> Niente, purché non ci siano più Tedeschi u. Il danaro, prima necessità d’un governo che dee crearsi, affluì con mirabile spontaneità; apertasi una cassa per le offerte, dal 24 al 3» marzo vi si portarono i,o38,5>o lire; gran che per una sola città! oltre le oblazioni del pane e la minestra da distribuir a ogni parrocchia, oltre quelle pei feriti, le quali nello stesso spazio sommarono a 70,000 lire. Molti sono i signori che diedero cento mila lire, alcuni ben più; altri scarpe, cavalli, ferro, pellami, panni; un solo, il duca Visconti, vestirà del suo 10,000 soldati: e non voglio tacervi la povera vecchia Ferdinanda Lampugnani, che inviò cinque franchi e una scatola d’argento, dicendo esser quelli gli unici valori che possedesse. E dunque vero quel che un bulletlino proclama: » L’età più tarda non potrà ohe dire ai suoi nipoti : Quella rivoluzione fu la più eroica e la più morale dei secoli «. Nell’ ospedale militare furon trovati 5£i feriti nemici; altri nel castello, altri nelle vie; e tutti furono raccolti, assistiti caritatevolmente: da casa Borromeo vi si mandò subito pane a corbe, del quale gli abbandonati aveano bisogno come delle medicine. Gli ostaggi pure e i prigionieri di guerra hanno trattamento, non solo umano ma cortese, che contrasta colia barbarie dall’Austriaco adoperata cogli ostaggi che seco strascina. De’feriti, se alcuno si conserva brutale e minaccioso fin sul letto dell’agonia, altri io n ho veduti piangere di compunzione al trovarsi trattati cosi bene, mentre dai loro uf-(iziali aveano udito che si voleva scannarli, e chiedono perdono del malfatto. Si elevi ben alto quel gemito, e voi ripetetelo, o eloquentissimo; e l’oda la Croazia, desta pur ella a nuovi destini, e sappia che odio non conservano le nazioni libere; che essi come noi eramo vittima d’un potere immorale, e la libertà ci riconciliò; l’oda tutto il mondo civile, e apprenda che niuna conciliazione mai sarà possibile fra la Lombardia e la casa d Austria, messa al bando dell’umanità; l’oda il Turco o se v’ha altro governo che all austriaco somigli, e apprendano che il regno loro è finito.