\7\ onde risorgere, riscaldarono coi loro scritti P amoro di patria, e reser» sempre più abborrito lo straniero, correggendo nel tempo stesso le improntitudini teoriche, che il dolore e l’entusiasmo avevano cacciato nel cuore e nella mente di alcuni generosi. Essi atli\arono così una propaganda, per cui a poco a poco, come la goccia d’acqua rompe la pietra, reclutarono quel partito italiano moderalo, che doveva intendere a conciliare il passato d’Italia col suo avvenire e ad inscrivere sulla sua bandiera: Fuori lo straniero! Tra questi benemeriti, si nomineranno sempre fra’primi Cesare Balbo, Gioberti, Giacomo Durando e Azeglio, i quali, sostituendo al modo comune di maledire le altezze, di sognare non mai visti orizzonti e di vedere oppressori fin nelle vìttime, la calma riflessione dello storico, del militare, del pubblicista, additarono alla nazione sfiduciata l’ancora di salvezza, laddove generalmente non vedovasi che un ostacolo da superare. L’opera di Pio IX, di Carlo Alberto e di Leopoldo li, non fu che la traduzione pratica di quanto quei sommi Italiani avevano, congetturando, vaticinato: si è l’esistenza di questo partito moderalo, che ha spinto Carlo Alberto a varcare il Ticino alla tesla di que’battaglioni, ch’egli, nel presentimento della parte sublime destinatagli dalla Provvidenza, s’aveva con tanto studio e tanto amore educati. Parrebbe per questo che le previsioni di Mettermeli fossero di già sventate; e il sono di fallo in parte, poiché l’alleanza tra’principi e popoli italiani, da lui tanto temuta, s’è verificala in più di tre quarti della penisola. Tuttavia quel vegliardo feroce, ed i suoi continuatori di Vienna, non hanno dismessa ancora la fiducia nell’ ultima parte del loro pronostico, cioè che la nostra sfrenata inesperienza farà appassire ben presto la ghirlanda sul capo dei principi riformatori, e che, per una conseguenza eh’ è perfettamente nella natura delle cose politiche, il potere austriaco farà per altra via il suo reingresso in Italia. In vedendo certe penne, sempre silenziose nei giorni nefasti, versare or quotidianamente l’insulto e la calunnia sul capo di quegli, cui debbono l’aria libera che adesso respirano, e su lutti coloro che non vogliono gittare l’Italia dalla finestra, per vedere se Iddio manda gli angeli a salvarla colle loro mani, si direbbe il Grenzboten si applaudirà dell’oroscopo; ma riflettendo che il vero pubblico rimane pressoché indifferente alle melodie dei poeti ed allo strombazzare selvaggio di questi pretesi ,rigeneratori, noi nutriamo sicura fiducia che ira poco, restando vuoto i teatro, calerà da per se stesso il sipario, e la nazione potrà attendere una volta in pace ai suoi reali interessi. 4 Agosto. BULLETTINO DELLA GUERRA. 1 seguenti bulletlini del Governo Provvisorio di Milano, e i Proclam1 di S. M. il Ile Carlo Alberto ai soldati e ai popoli dell’ Alta Italia, >lC'' T atto in cui ci rendono conto della condizione dell’ armala Italiana, ve»'