103 (dall’ Imparz iale) IL CIRCOLO WAZIC1TALBS DS OE1TOTA A TUTTI I CIKCOLI ITALIANI. Dopo il principio del suo risorgimento l’Italia non si è mai trovala in circostanze più gravi delle presenti, nè mai fu minacciata di maggiori pericoli. E questi pericoli non ci vengono solo di fuori e da nostri nemici, ma ancora di dentro, e da noi medesimi: perchè mentre l’Austria fa gli estremi sforzi per ricomporre il suo stato, e trascinare noi suo interesse la nazione germanica ; noi invece di cementare fortemente la nostra unione, rinnoviamo gli errori dei nostri avi, e lasciamo che si svolga quella vita individuale, quella gelosia di municipii, quell’amore di parti, che fu sempre il grande scoglio a cui ruppe la nostra nazionalità, Se la nostra unione fosse stata sincera e forte, a quest’ora un solo austriaco non premerebbe più la sacra terra, e il sospiro di tanti secoli non sarebbe più una sperati za j ma un fatto compiuto. Ed invece noi dobbiamo ancora tremare delle nostre sorti : le quali sono ogni giorno più incerte, perchè una sola parte d’Italia sostiene tutto il peso della guerra, Italiani! il nostro Circolo, altamente preoccupato di questi pensieri, ^ un appello solenne al vostro patriottismo. Ascoltate la parola dei vostri fratelli genovesi, i quali hanno già mostrato essere pronti per la comune causa, e sempre saranno, a qualunque sacrifizio, Noi ci rivolgiamo a tutti i Circoli d’Italia, e li preghiamo ad unirsi con noi in una santa gara di sacrifizii. Stringiamoci più che mai fortemente, or che maggiore è il bisogno della nostra unione. Formiamo colla nostra corrispondenza quasi "¡'a gran consulta di tutto il popolo italiano, per provvedere in comune ai pericoli della patria, per recare alla sua difesa il concorso delle men-b, delle braccia, delle sostanze di tutta Italia. Allora soltanto saremo invincibili. La grande, l’unica questione del momento è la guerra dell’indipendenza. Questa guerra s’è ella finora combattuta come lo voleva la grandezza della causa, la potenza del nemico, l’avvenire che ne dipende? No: Sciamolo francamente. Non sembra guerra nazionale, ma lotta privata tra Piemonte ed Austria. Quattro milioni e mezzo hanno finora pressoché soli ^«tenuta la guerra per venticinque milioni d’italiani. L’esercito ligure-l’iemontese forte di 60 mila uomini quando invase la Lombardia, si portò °n presto, completandone i quadri, fino a 90 mila: altri ventun mila Mino ora chiamali sotto le armi. Bentosto cinquantasei battaglioni di mi-,zja nazionale raccoglieranno sotto le loro bandiere trentamila cittadini : 'j popolo di Liguria e Piemonte avrà cosi fornito alla guerra della "'dipendenza 140 mila combattenti ! Oltre a ciò quarantamila uomini di Jjserva sono già avvertiti di star pronti alla chiamata. Un’immensa quan-'^.di armi, di cannoni, di munizioni d’ogni maniera s’e portala e si porta °gni giorno al campo, sì che gli stessi nemici maravigliano come i nostri T. III. 13