289 dalle sue mura? —Chi? il nostro popolo, gran Dio! eh* è angelico popolo, emanazione divina: le nostre donne che sono sorriso d’amor di pairia libera; i nostri bambini creati nel fuoco ardente per l'Italia che divampa ne’petti de’cittadini ! Fuori il barbaro — Nella mattina deli’8 cominciarono i bambini a scherzare lietamente in faccia al tedesco cacciandogli sassi d’intorno fuggendo, ritornando, e ridendo — Domandano gli austriaci essere scortati dai Carabinieri per andare alla piazza, si rifiutano, son soldati Italiani ! più tardi si disarmano alcuni per le vie e per tre volte ad un picchetto vengono tolte le armi — Nondimeno gli ufficiali Austriaci scherzavano per le vie, pei caiTè. Al mezzogiorno due ufficiali insultano un cittadino nel Mercato di mezzo ; questi freddo trae una pistola, ma il colpo fallisce; intanto i circostanti si scagliano sugli ufficiali e li uccidono; simil fatto succedeva ad un cafTè ove un altro ufficiale domandava sogghignando un gelato tricoloreed un cittadino con colpo del bastone attraverso il viso gli rispondeva, calpestandolo, e lasciatolo semivivo, cosi vendicava l’infame oltraggio. Corrono gli Austriaci ad invocare soccorso ; dal grosso dell’ esercito che stava fuori S. Felice si stacca la cavalleria e piomba in città . .. uno fu il grido, uno il volere, una 1’ opera . . . donne, fanciulli dalle finestre e dai tetti caccian le mobiglie, e la cavalleria sgominata fra i morti, i feriti, i cavalli perduti si disperde. Tremando il Governo del precipizio a cui correva incontro una città priva del fiore della sua gioventù, priva d’armi, di soldati, inalberava al Palazzo bandiera bianca !... altrimenti volle il popolo... ed eccolo il popolo che sceso all’ arena non rista, alzato un grido non s’ arresta! eccolo alle 4 pomeridiane raccolte le armi che avea ritrovate, eccolo al sanguinoso attacco, vivissimo s’ impegna il fuoco, il Battaglione della Speranza, que’miei teneri lanci ulletti ch’io sento l’orgoglio d’aver comandati, e che mi lasciarono piangendo per non aver raggiunta l’età per marciare al Campo, il Battaglione della Speranza eccolo più forte ove più violenta è la pugna ; 1’ artiglieria della Montagnola batte la città con due pezzi sostenuta da un grosso corpo; ma che vale? parte sono uccisi, parte feriti, 150 sono presi prigionieri, e l’artiglieria rimane nelle mani del popolo. Il forte dell’ esercito Austriaco fuori di S, Felice incalzato dai Cittadini, sorpreso alle spalle dai contadini del Borgo Panigaie, alla testa de’quali stava l’Arciprete D. Brini, si balte disperatamente, ma stretto vigorosamente viene distrutto, e i contadini s’impadroniscono dei cannoni. Bologna è salva ! Bologna ha cacciato il tedesco ! La sua gloria sarà eterna ! Dei cittadini morii e feriti non se ne conosce il numero, ma non è grande. Dodici case circa sono quelle che rimasero incendiate. Il coraggio, l’entusiasmo della popolazione è indescrivibile, le donne specialmente hanno fatto prodigi, esse compongono il maggior numero dell’attuale popolazione di Bologna. Alle 4 e mezzo antimeridiane del giorno 9, in tutte le città della Romagna si batteva la generale e si Stonava a stormo, e tutte le popolazioni correvano verso Bologna. La truppa di linea, la guardia civica e l’artiglieria Bolognese che marciava 'erso Rimini ritorna indietro. Alle 12 meridiane del giorno 9, il Comi-,ato di pubblica Salute di Bologna annunziava ai cittadini, che gli avanzi dell’ esercito austriaco che occupavan posizioni dintorno Bologna, fino T. ili. 49