314 ufficio di Commissarii regii, considerando cessata la condizione implicita dell’atto stesso. Hanno detto dunque: noi non vogliamo governare, nò possiamo, se non abbiamo la fiducia del popolo. Questa ora non la possiamo avere. Noi non possiamo dimetterci; ina possiamo dichiarare che ci astenghiamo dal prender parte al governo. Allora il paese restava senza governo. Bisognava avere l’ardire di assumerlo questo governo (applausi), e questo ardire l’ho avuto io; ma l’assunzione di questo potere non poteva durare se non quanto 1’ assoluta necessità lo richiedeva. (Applausi.) Quindi fu immediatamente convocala l’Assemblea, la quale nominasse il governo di nuovo. E poiché per questo particolare è riaperta l’Assemblea, si deve far alto di buoni Italiani di ometter qualunque discussione : noi dobbiamo occuparci soltanto d’ aver un governo , che mantenga la quiete, che ci difenda; di un governo provvisorio in tutta l’estensione del termine. (Applausi.) Se le cose muteranno, allora l’Assemblea sarà riconvocata, per decidere della sorte futura di Venezia, qual forma di governo dovrà adottare, od a quale degli stati italiani dovrà appartenere. Nel governo provvisorio le persone devono essere di nessun colore; l’unico nostro colore politico è quello di respinger l’inimico (Applausi). Questa è un’opera di conservazione, e non altro. Questo è solamente quello che io aveva da dire per ¡spiegare il passato e le intenzioni sull’avvenire , nel quale io spero. Noi non dobbiamo essere che di due partiti soli; o Italiani o Austriaci. Ho detto sempre, e lo ripeto, che tutti noi Italiani dobbiamo stare uniti e concordi sempre e poi sempre. (Fra replicali e lunghi viva Manin torna al suo posto; poi retrocede e risale la bigoncia.) Aggiungo che se il deputato Trolli potesse persuadere e il marchese Colli e il cavaliere Gibrario a formar parte del governo, noi li accette-ressimo molto volontieri. (Applausi generali.) Trolli: Io dichiaro di non avere nessuna relazione; io non li ho veduti, non mi sono presentato a loro; non li conosco menomamente, e bisognerebbe scegliere qualche persona opportuna a ciò fare. Manin : lo li ho veduti e li conosco. Sono uomini degni del nome italiano; ma credo che ora non accetteranno la proposizione, perchè hanno quello scrupolo giusto di non poter accettare. Ma una dichiarazione dell’Assemblea di affetto e di stima per loro sarebbe una cosa dovuta. (Bravo! bravo! sì! sì! Applausi.) Malfatti sale la bigoncia. ( In questo punto entra il deputato Castelli a cui P Assemblea applaudisce. ) Malfatti legge: Onorevoli deputali! Fino da quando defezionò il Borbone di Napoli, molti hanno veduto, ed io con essi, che la causa della indipendenza italiana non poteva trionfare colle sole milizie regolari, che avevamo a nostra disposizione. E pcl’ ciò fu, appena nato il disastro di Vicenza, presentata istanza al nostro governo, che venne convalidata dalle firme di circa 7,000 cittadini noi breve spazio di 24 ore, perchè fossero accettate le generose e fraterne esibizioni della Francia, che spontaneamente aveva offerto la propria ar" mata assistenza.