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26	Luglio.
BULLETTINO DELLA GUERRA.
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A S. E. Il sirj. Tenente generale Pepe Comandante in capo delle truppe
                         del Veneto in Venezia.
     Ieri l'avamposto dipendente dal centrale di Ca’ Pasqua, quello cioè che guarda lo stabilimento Testa, scambiò alcuni colpi di fucile con una pattuglia nemica. Questa mattina all’alba, il maggiore Materazzi, con 200 uomini circa del battaglione volontarii napoletani, mosse da Ca’ Pasqua, ove stanziava diviso in quattro colonne, onde riascendere i fiumi verso la Ca’ Bianca e riconoscere il nemico. Strada facendo, respinse i posti che si trovavano lungo il cammino, e sembra che nei varii piccoli scontri, oltre di alquanti feriti, siano rimasti uccisi alcuni Croati. 11 sig. Materazzi spinse bravamente fino alla CaJ Bianca, dove il nemico appostato manteneva un fuoco, ch’egli non credette ben saggiamente d’incontrare. Dalle notizie, ch’io aveva raccolte, dovevano trovarvisi infatti 150 uomini circa. Niuno fra i nostri fu ferito, e questa riconoscenza, saggiamente eseguita, servì a rialzare il buon umore dei soldati, i quali rinvennero negli appostamenti abbandonati dei viveri ed anche alcuni oggetti di vestiario.
     Un prigioniero soltanto rimase in nostro potere, e questo io lo accompagno a S. E. il Generale in capo, giovine recluta, di nazione per quanto pare Valacco, e da cui ben poche parole si poterono ritrarre, ad onta che lo abbia interrogato in tedesco, polacco, ungherese e slavo. Il prigioniero fu trattato con tutta umanità.
     Chioggia, li 24 luglio 4848.
                         Il generale comandante cav. SANFERMO.
Al precedente Rapporto tenne dietro l’altro del 25, così concepito:
     Dopo la riconoscenza per noi fortunata di ieri, il nemico ha cresciuto di forze. Ha attaccato violentemente i nostri avvamposti di Casa Pasqua. Impossibile essendo di proteggerli coll’artiglieria di campagna, io aveva fatto avanzare due piroghe, l’una delle quali armata con cannone da otto lungo calibro, l’altra con cannonata da trenlasei. Ed a questa, per proteggere gli artiglieri, avevo latto applicare una robusta difesa resistente al fuoco della fanteria.
     L’attacco ebbe luogo alle (piatirò e mezzo pomeridiane; il corpo napolitano del maggiore Materazzi, della forza di trecento uomini circa, che formava ^avamposto, lo sostenne bravamente. Una compagnia pontificia,, la sola disponibile in quel momento, si portò a coadiuvarlo; ma siccome le forze erano sproporzionate, così i volontarii napolitani ripassarono sull’argine di conterminazione, cd abbandonarono Casa Pasqua.
     Le piroghe mantennero un fuoco ben nudrito, che dee avere gran-